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LA REPLICA

MinSal: la REV non ha aumentato la spesa veterinaria

MinSal: la REV non ha aumentato la spesa veterinaria
Informazioni "inesatte e fuorvianti". Il Ministero della Salute replica alla tesi secondo la quale la REV comporterebbe un aumento del costo delle spese veterinarie per i possessori di animali: "Il medico veterinario che prima non si faceva pagare per la semplice emissione di una ricetta cartacea, senza una prestazione clinica, dovrebbe ugualmente non farsi pagare".

Aggravio di spesa per l'emissione elettronica della ricetta veterinaria? Il Ministero della Salute replica alla "tesi dei 10 euro"  e parla di "informazioni inesatte e fuorvianti per gli utenti e i consumatori sul funzionamento del nuovo sistema informatizzato". Il Ministero della Salute ribadisce che la Ricetta Veterinaria Elettronica (REV) "non introduce né nuovi obblighi né adempimenti aggiuntivi, a carico dei veterinari e degli utenti finali" e che "non vi è alcun motivo per cui con il formato elettronico il numero delle prescrizioni debba aumentare".

Sul fatto che la REV (Ricetta Veterinaria Elettronica) determini  un aumento del costo delle spese veterinarie per i possessori di animali, il Ministero dichiara: "In realtà la ricetta veterinaria elettronica non è in alcun modo correlata all’emissione della fattura elettronica, come è stato scritto da più parti. Pertanto il medico veterinario che prima non si faceva pagare per la semplice emissione di una ricetta cartacea, senza una prestazione clinica, dovrebbe ugualmente non farsi pagare".

Il nuovo sistema," non va a modificare in alcun modo la gestione fiscale e professionale della prestazione di “prescrizione” da parte del medico veterinario rispetto all’utilizzo della ricetta cartacea. Il sistema consente, anche, al veterinario di indicare sulla ricetta se si tratta di una prescrizione di farmaci necessaria al prosieguo di terapia, alla cura di una malattia cronica o all’adozione di una nuova terapia".

Il Ministero cita la giurisprudenza già richiamata dal Servizio di Consulenza fiscale dell'Anmvi nel parere del 26 aprile scorso: i giudici della Suprema Corte, nel riconoscere le ragioni del contribuente (che non aveva fatturato talune prestazioni in quanto rese gratuitamente), hanno affermato come in presenza della corretta tenuta della contabilità da parte del contribuente (congrua e coerente) sia giustificabile la gratuità dell’opera svolta, purché tali prestazioni siano in un rapporto di minoranza rispetto al totale di quelle rese e che siano caratterizzate dalla semplicità delle stesse.

Compenso e fattura della ricetta veterinaria elettronica