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PIANO UE ENTRO IL 2020

Contro l'inquinamento ambientale da farmaci veterinari

Contro l'inquinamento ambientale da farmaci veterinari
La cura delle malattie che affliggono gli esseri umani e gli animali è resa possibile dai farmaci. Parallelamente si assiste però all'emergere del problema dell'inquinamento. La Commissione Europea presenta il suo piano strategico per migliorare l'impatto ambientale dei medicinali utilizzati  per uso umano e veterinario.


Durante la riunione del Network One Health sull'Antimicrobico-resistenza, la Commissione Europea ha annunciato il suo "Approccio strategico riguardo all'impatto ambientale dei farmaci". Il testo - ufficialmente comunicato al Parlamento Europeo e al Comitato Sociale Europeo l'11 marzo scorso- identifica alcune aree di azione in cui è possibile apportare miglioramenti. I residui dei prodotti farmaceutici possono diffondersi nell'ambiente in fase di produzione, utilizzo e smaltimento. Con il termine "farmaci", la Commissione include sia l'ambito umano che veterinario.

Rischi per l'ambiente-   La premessa è che "la cura di molte delle malattie che affliggono gli esseri umani e gli animali è resa possibile dall'accesso a farmaci efficaci. Parallelamente si assiste però all'emergere del problema dell'inquinamento causato da alcuni farmaci che determina rischi comprovati per l'ambiente e, in particolare per quanto riguarda la resistenza antimicrobica, per la salute umana". I farmaci persistenti nell'ambiente, si diffondono nell'acqua e nel suolo e si accumulano nelle piante, nella fauna selvatica e nei pesci.

Fonti da cui deriva la presenza di farmaci nell'ambiente- La fonte primaria della presenza di farmaci nell'ambiente è il loro uso. Le modalità con cui si diffondono nell'ambiente possono variare a seconda che siano per uso umano o veterinario. La stabilità chimica e/o metabolica di alcuni farmaci risulta nell'escrezione (o eliminazione) di fino al 90 % del principio attivo nel suo stato originale. Il rilascio nell'ambiente di medicinali veterinari è generalmente dovuto a fonti diffuse non trattate, come ad esempio lo spandimento di effluenti di allevamento.

La diffusione dei farmaci nell'ambiente- oltre che per dispersione impropria e intenzionale-  avviene principalmente attraverso  lo scarico di effluenti (acque di scarico) contenenti farmaci escreti e farmaci inutilizzati gettati nel lavabo o nel gabinetto, nonostante l'esistenza di sistemi di raccolta. Ma si verifica anche per altre cause riconducibili ad esempio allo spandimento degli effluenti di allevamento; l''acquacoltura (nell'ambito della quale i farmaci vengono spesso somministrati insieme ai mangimi);  pascolo del bestiame; cura degli animali da compagnia.

Nesso farmaci-ambiente-salute- Ad oggi non è stato ancora individuato chiaramente il nesso tra i farmaci presenti nell'ambiente e i loro effetti diretti sulla salute umana. L'Organizzazione mondiale della sanità considera altamente improbabile che i farmaci presenti nell'acqua potabile possano rappresentare un rischio per la salute umana alle basse concentrazioni rilevate. Tuttavia, diversi farmaci antimicrobici (antibiotici o antimicotici) per uso umano e veterinario sono stati rinvenuti nelle acque e nel suolo, e potrebbero contribuire ad accelerare lo sviluppo, la presenza e la diffusione di batteri e funghi resistenti.

Le quantità di farmaci utilizzati- Negli ultimi trent'anni la quantità di farmaci venduti sul mercato europeo è aumentata rapidamente. Alla luce dell'invecchiamento e dell'aumento della popolazione, è probabile che le concentrazioni di farmaci nell'ambiente aumenteranno.
Per quanto riguarda la vendita di medicinali veterinari, la raccolta dei dati si è concentrata sugli antimicrobici impiegati nell'allevamento del bestiame evidenziando che -nel periodo 2010-2016- la quantità degli antimicrobici impiegati è diminuita.
In prospettiva, il tonnellaggio complessivo potrebbe aumentare con un incremento significativo dei capi di bestiame, anche se l'impiego per unità di bestiame diminuisce. I dati non riguardano altri medicinali veterinari.

Valutazione ambientale dei farmaci- La valutazione del rischio ambientale è diventata obbligatoria per tutte le domande di autorizzazione all'immissione in commercio di medicinali per uso umano e veterinario e viene tenuta in considerazione nella valutazione del rapporto beneficio/rischio di questi ultimi

Cosa fare entro il 2020- Nonostante le notevoli lacune in termini di conoscenze da colmare, esistono prove sufficienti per dimostrare la necessità di intraprendere azioni volte a ridurre i rischi causati dalla presenza di farmaci nell'ambiente. Ciò richiede il contributo di tutti i portatori di interessi pertinenti lungo l'intero ciclo di vita, tra cui le autorità competenti degli Stati membri, l'industria farmaceutica, i professionisti del settore sanitario e veterinario, i pazienti, gli allevatori e l'industria idrica, con l'obiettivo comune di realizzare un'economia più sostenibile, efficiente in termini di risorse e circolare.
Fra le azioni che la Commissione intende promuovere entro il 2020, si prevede di:
•presentare, a norma del regolamento sui medicinali veterinari di recente adozione, una relazione in cui si valuti la realizzabilità di un sistema di riesame comune a tutta l'UE basato su principi attivi farmaceutici, o simili, per sostenere la valutazione del rischio ambientale dei medicinali veterinari a livello di Unione;
• avviare un processo sistematico di aggiornamento per i medicinali veterinari privi di una valutazione (adeguata) del rischio ambientale, secondo quanto previsto dal regolamento sui medicinali veterinari, e tracciare un bilancio dei risultati degli studi riguardanti i medicinali per uso umano nel quadro dell'iniziativa in materia di medicinali innovativi;
• limitare l'impiego preventivo di antimicrobici veterinari garantendo un'applicazione corretta del regolamento sui medicinali veterinari di recente adozione;

Approccio strategico dell’Unione europea riguardo all’impatto ambientale dei farmaci