Dal 2017, la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari (DGSAF) chiedeva alle Regioni "un elenco dettagliato delle strutture presenti nel territorio di competenza". A distanza di due anni, con il terzo odierno sollecito, la DGSAF rende noto che solo 5 Regioni hanno inviato la documentazione richiesta.
A maggio del 2017, la direzione ministeriale acquisiva dal MInistero dell'Ambiente un elenco nazionale di centri con autorizzazione specifica alla detenzione di selvatici, e chiedeva alla Regioni di integrarlo con i centri mancanti, assicurando in essi "l'esatto adempimento da parte delle aziende sanitarie locali" di attività di vigilanza sanitaria e di controllo".
Il sollecito della Direzione ministeriale nasce dalla "osservazione diretta della mancata attività di vigilanza da parte dei servizi veterinari su strutture riconosciute (e non) ai sensi del Dlgs 73/2005 (Attuazione della direttiva 1999/22/CE relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici). L'articolo 24 del Regolamento di Polizia Veterinaria a cui si richiama la nota ministeriale, prescrive la vigilanza veterinaria negli "impianti speciali adibiti al concentramento di animali e che possono costituire pericolo per la, diffusione di malattie infettive e diffusive", nei quali il MInistero fa rientrare anche le strutture con fauna selvatica.
Con la circolare inviata oggi ai Servizi Veterinari regionali, il Direttore Generale Silvio Borrello informa le Regioni che "l’eventuale costatazione dell’omessa vigilanza sarà segnalata all’autorità giudiziaria".
NOTA_DI_SOLLECITO_DELLA_DGSAF.pdf79.42 KBVigilanza e assistenza veterinaria: stretta sui centri con selvatici