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Antimicrobici: primo report nazionale 'base di partenza'

Antimicrobici: primo report nazionale 'base di partenza'
Pubblicati i dati di vendita annuale degli antimicrobici veterinari in Italia: 1.200 tonnellate di prodotti destinati ad animali allevati, equini e pets. "Importanti progressioni". La vera sfida sarà misurare i consumi effettivi.

L'analisi dei dati di vendita degli antimicrobici veterinari in Italia rileva "importanti progressioni". E' la prima conclusione del Ministero della Salute sul report nazionale riferito all'anno 2016, un anno spartiacque: l'ultimo prima dell'emanazione del  PNCAR 2017-2020 (che ha fissato precise soglie-obiettivo di riduzione dei consumi) ma durante il quale si possono comunque apprezzare i risultati delle azioni messe in campo negli anni precedenti.

I volumi delle vendite nazionali - Sono trasmessi dai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) alla Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari (DGSAF) - corrispondono a un totale di 1.223,3 tonnellate di antimicrobici autorizzati.
Sul totale, è stimata una vendita di 1.213,2 tonnellate di principio attivo per gli animali produttori di alimenti, un dato che -rapportato alla demografia animale (PCU -Population correction unit) - è pari a 294,77 mg/PCU.
Le principali classi vendute continuano a essere le tetracicline (32,1%), le penicilline (24,3%) e i sulfamidici (12,3%) che, insieme, rappresentano il 68,7% delle vendite totali nel 2016.

Tutte le specie animali- Nel dato complessivo delle vendite sono compresi sia quelli per l’uso in animali produttori di alimenti, inclusi gli equini (tutte le formulazioni farmaceutiche fatta eccezione per le compresse) sia quelli per l’uso in animali da compagnia (compresse).

Il trend- Rispetto al 2015, il report registra "un lieve incremento" delle vendite delle compresse (che rappresentano comunque lo 0,8% delle vendite totali) e una riduzione per tutte le altre formulazioni farmaceutiche che si attesta intorno al 6,7%.
La riduzione è associata a "un importante calo" per la classe delle polimixine (42% rispetto al2015), che sale al 62% se si considera il periodo 2010-2016. Ma il calo interessa anche chinoloni e fluorochinoloni, rispettivamente del 26% e del 20%; le cefalosporine di 1a e 2a generazione (21%) e le penicilline (18%).
Il calo importante nelle vendite delle polimixine viene letto alla luce del documento dell'EMA che ha aggiornato il parere scientifico sull’uso dell’antibiotico colistina negli animali, dopo la scoperta di un nuovo meccanismo di resistenza alla colistina nei batteri (causato dal gene mcr-1) con potenziale di diffusione rapida. Il parere evidenziava la necessità di ridurre in 3-4 anni il volume di vendita di antibiotici contenenti colistina di circa il 65 %.

Il significato dei dati di vendita- I dati di vendita vanno intesi come "una stima dell’uso di antimicrobici", ma non tutti gli antimicrobici venduti sono utilizzati nell’anno di riferimento sugli animali pertanto "non è possibile determinare quanto sia effettivamente utilizzato per ciascuna specie animale", anche in ragione del fatto che molti medicinali veterinari sono autorizzati per l’uso in più specie.
Di conseguenza, avverte il Ministero della Salute, "tali dati non dovrebbero essere utilizzati da soli come base per stabilire le priorità nella gestione del fenomeno dell’AMR, ma sempre valutati insieme a dati derivanti da altre fonti".

Antimicrobico e antibiotico- Il documento utilizza il termine generico "antimicrobico" per coerenza con l’espressione adoperata a livello internazionale, ma è focalizzato sugli "antibiotici" (o antibatterici). Nell'emanando Regolamento Europeo sui medicinali veterinari, per "antimicrobico" si intende "qualsiasi sostanza con un'azione diretta sui microrganismi", mentre con il termine "antibiotico" si intende "qualsiasi sostanza con un'azione diretta sui batteri", un distinguo che si riflette sulla sorveglianza e sulle restrizioni d'uso.

Gli impegni governativi di riduzione sono contenuti nel PNCAR 2017-2020 il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza:
• ≤ 30% consumo di antibiotici totali
• ≤ 30% consumo di antibiotici somministrati per via orale
• ≤ 10% consumo di Antimicrobici di Importanza Critica (Critically Important Antimicrobial -CIA)
• consumo di colistina a un livello di 5 mg/PCU

Dalla misura "teorica" alla misura "metrica" - Fino ad ora l'Europa (ESVAC) si è basata sui dati di vendita e non sui consumi effettivi. Inoltre, l’unità di misura mg/PCU è  “teorica”, vale a dire una stima. Per il Ministero della Salute una delle principali criticità nell’attuale sistema di sorveglianza degli antimicrobici veterinari è proprio la mancanza di un’unità di misura “metrica” che si possa adattare ai diversi contesti produttivi nazionali e che permetta di osservare il consumo di antimicrobici in specifiche specie animali: è il caso della Defined Daily Doses (DDDvet) e della Defined Course Doses for animals (DCDvet), che corrispondono, rispettivamente, alla dose media presunta giornaliera per kg di animale/specie e alla dose media presunta per kg di animale/specie per ciclo di trattamento.

Misurare per ottimizzare- Il report ministeriale conclude evidenziando l'importanza di "conoscere cosa ciascuna misura effettivamente rilevi e poter generare specifici indicatori per le diverse specie e categorie animali, cicli produttivi". In questo modo sarà possibile anche fornire dei feedback ai veterinari e agli e agli allevatori per facilitare l’ottimizzazione del loro uso. "Solo partendo dalla conoscenza dei dati reali sui consumi degli antimicrobici nelle diverse filiere, è possibile impostare strategie mirate, attraverso un uso razionale e prudente, ad una efficace riduzione dei quantitativi impiegati e valutarne l’efficacia allevatori per facilitare l’ottimizzazione del loro uso".

Tracciabilità e ricetta veterinaria elettronica- È "fondamentale", quindi per il Ministero della Salute disporre di "un sistema informatizzato della filiera dei medicinali impiegati nel settore veterinario, dalla produzione all’effettivo consumo, passando per la prescrizione veterinaria elettronica". Quest’ultima, conclude il documento ministeriale, "permette ai vari attori coinvolti di conoscere in tempo reale i consumi di antimicrobici nelle diverse tipologie di allevamento e anche negli animali da compagnia".

pdfREPORT_DGSAF_ANTIBIOTICI_VETERINARI_IN_ITALIA.pdf2.7 MB