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I PUNTI CONTESTATI

Fnomceo, Fofi e Fnovi compatte contro il DDL Lorenzin

Fnomceo, Fofi e Fnovi compatte contro il DDL Lorenzin
Sabato scorso, a Roma, Fnomceo, Fofi e Fnovi hanno dato vita ad un Comitato di Coordinamento Permanente. Obiettivo: modificare le norme sulla riforma degli Ordini della sanità, già approvate dalla Camera, e ora al vaglio del Senato per quello che potrebbe essere l'ultimo passaggio parlamentare.
"Dopo un’attenta analisi del testo", le tre rappresentanze ordinistiche confermano un giudizio negativo ("irricevibile") sulla riforma degli Ordini approvata dalla Camera dei Deputati. I Comitati Centrali delle tre Federazioni contestano in particolare l'articolo 4 del provvedimento, frutto di modifiche che "stravolgono", affermano in un comunicato congiunto, il senso della riforma.

Benchè il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, avesse in parte disconosciuto l'articolato- molto cambiato rispetto a quello proposto, nel 2014, da Lungo Tevere- e malgrado la minaccia della Fnomceo di  lasciare tutti i tavoli istituzionali, l'Aula di Montecitorio ha trasmesso al Senato un articolato non molto diverso da quello che oggi viene respinto dalle tre Federazioni, le quali fanno valere una rappresentanza di "oltre mezzo milione di iscritti" fra medici e odontoiatri, farmacisti e veterinari.

Una riforma inattuale- Secondo il Comitato permanente, il testo è talmente viziato da contraddizioni "da rendere necessarie nuove proposte condivise".
"L’attuale testo, affermano non rappresenta lo strumento idoneo al rinnovamento delle professioni già ordinate e alla configurazione in Ordini di professioni sanitarie non ancora ordinate. Si tratta, infatti, di un impianto normativo che non affronta il cuore delle questioni,  senza proporre per gli Ordini un ruolo che sia effettivamente nuovo e moderno".
Fnomceo, Fofi e Fnovi chiedono dunque "una reale spinta innovativa capace di incidere in modo positivo sul sistema ordinistico, coerentemente con il mutato contesto politico, sociale ed economico".

I punti contestati- I tre Ordini esprimono "netta contrarietà" sui seguenti punti:
- il rimando a regolamenti governativi e ad un decreto del Ministro della Salute, "affida di fatto ad atti di rango secondario l’adozione di norme, non solo di dettaglio, che incideranno in modo rilevante sull’attività degli Ordini";
- il testo "incide negativamente sull’autonomia ordinistica";
- prevalgono elementi innovativi sotto il profilo amministrativo e formale, "senza entrare nel merito dei problemi reali delle professioni e del difficile equilibrio dei rapporti tra rappresentatività professionale e crescita delle competenze istituzionali";
-  non si affrontano questioni "di sostanziale importanza", quali i rapporti e il coordinamento con l’Autorità Giudiziaria nell’ambito disciplinare;.
- " è grave" che il Codice Deontologico, posto a tutela dei cittadini, una volta approvato dal Consiglio Nazionale, possa successivamente non essere recepito da alcuni Ordini provinciali, minando l’uniformità dei comportamenti deontologici.

FNOMCeO, FOFI e FNOVI sostengono che la riforma non abbia coinvolto i professionisti, "in ossequio ad un malinteso primato della politica". Adesso, il Comitato di coordinamento permanente - aperto a tutte le professioni sanitarie- chiede un incontro urgente con il Ministro della Salute.