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VI RAPPORTO DI LEGAMBIENTE

Animali in città: pochi risultati molto costosi

Animali in città: pochi risultati molto costosi
Comuni e Asl non si parlano e non hanno gli stessi dati. "Basterebbe che si telefonassero". Gli esempi virtuosi confermano la disomogeneità nazionale. "Copiare i modelli che funzionano farebbe risparmiare". Oltre a Legambiente, quest'anno le performance di Comuni e Asl sono state valutate anche dai cittadini: chiaroscuri nella qualità della convivenza urbana.

Sono consultabili sul sito di Legambiente i dati del VI Rapporto 'Animali in Città' presentato questa mattina nella sede dell'ENCI. In forma analitica e geo-referenziata, i Comuni (anche quelli piccoli e piccolissimi) e le Asl d'Italia possono consultare gli indici di performance  attribuiti a ciascuno nella gestione urbana delle popolazioni animali. Cani e gatti principalmente, ma non solo: la gestione dei selvatici e l'avanzare dei pet non convenzionali nei contesti urbani sono nuovi campanelli d'allarme.

Ad illustrare il Rapporto è stato Antonino Morabito, Responsabile nazionale Fauna e Benessere Animale di Legambiente, che ha sintetizzato numeri e indici di valutazione di un campione rappresentativo  dei Comuni e delle Aziende Sanitarie. Con un solo grande assente: il Comune di Roma. Novità del Rapporto di quest'anno è l'opinione di oltre 5.000 cittadini, che hanno detto la loro sulle performance percepite nella loro quotidianità cittadina. Le pagelle, di Legambiente e della popolazione, bocciano spesso e se promuovono non lo fanno mai a pieni voti.

Il Rapporto- uno sforzo di monitoraggio statistico ormai in grado di consentire raffronti pluriennali-  è un termometro dell'evoluzione in atto: teoricamente più di un terzo dei Comuni e la quasi totalità delle Aziende sanitarie dovrebbe essere in condizioni di dare buone se non ottime risposte alle esigenze dei cittadini, invece Comuni e Asl raggiungono complessivamente una performance appena sufficiente (la scala di giudizio è: eccellente, ottimo, buono, sufficiente).

Fra gli indicatori più monitorati da Legambiente c'è il rapporto spesa-risultati, che raggiunge il massimo della valutazione solo nello 0,54% dei Comuni analizzati, mentre nessuna Azienda sanitaria arriva ad una performance di eccellenza. Anche il "voto" sulle attività di controllo- altro indicatore dolente- non porta nessuna ASL al top delle valutazioni. Fra i Comuni, la percentuale di eccellenza in fatto di controlli è dello 0,09%.

Speculare è il giudizio dei cittadini su chi li amministra e deve erogare servizi: più severa al Sud che al Nord, la pagella vede le Asl "insufficienti o mediocri" (quasi 5 cittadini su 10) nel servizio offerto su cani e gatti vaganti e (poco più di 4 su 10) agli animali di loro proprietà.
La nota più dolente è l’azione di controllo e vigilanza delle Polizia municipale, ritenuta insufficiente o mediocre da più di otto cittadini su dieci nei confronti delle questioni a più alto tasso di conflittualità urbana (es. le deiezioni). A spiegare, in parte, le basse le sanzioni incassate per violazioni di legge, l'assenza di una dotazione adeguata di lettori microchip in forza alle polizie locali.

Il randagismo rappresenta l’elemento principale di sofferenza e conflittualità per gli animali e il costo economico più significativo a carico della collettività. "Dove le amministrazioni non riescono, si rivolgano ai veterinari liberi professionisti- ha esortato Francesco Orifici (Vicepresidente di ANMVI Lombardia) - con convenzioni che consentirebbero di mettere vantaggiosamente a sistema le strutture veterinarie private, primo fronte aperto su tutti i problemi del rapporto uomo-animali in città".

Per le politiche relative agli animali d’affezione e, in generale, per la migliore convivenza in città con animali padronali e selvatici, le amministrazioni comunali e aziende sanitarie locali nel 2015 hanno speso più di 245 milioni di euro. Troppo rispetto ai risultati raggiunti, specie se si considera che buona parte dei costi (l’80% per i Comuni) è assorbita dai canili rifugio, strutture indispensabili secondo il modello attuale, ma che Legambiente giudica fallimentari rispetto ad obiettivi credibili di benessere animale e di contenimento dei costi.

Per questo, Legambiente ritiene "improcrastinabile" la ricerca di un nuovo modello che permetta di raggiungere la quasi scomparsa dei canili rifugio. Da considerare con maggiore convinzione, la riconversione delle risorse delle amministrazioni comunali in incentivi alle adozioni e alle sterilizzazioni, attraverso agevolazioni fiscali. Obiettivi- ha fatto presente la Vicepresidente FNOVI Carla Bernasconi- che potranno essere messi a segno solo affrontando la piaga del business del randagismo, azzerando interessi economici che in alcune realtà territoriali hanno trattato il randagismo come una sorta di imprenditoria strutturata.

L'Anagrafe degli animali d'affezione, perno e precondizione essenziale di ogni programmazione gestionale, offre complessivamente dati migliorati e più aderenti alla realtà, ma con disomogeneità territoriali invalidanti per una consapevole pianificazione amministrativa, economica e sanitaria. Stigmatizzata la scarsa sinergia fra Comuni e Asl, che non dialogano abbastanza fra di loro ("Basterebbe che si telefonassero" - ha detto Morabito), con il risultato di dichiarare in alcuni casi dati discordanti per lo stesso territorio di competenza. Eclatante in alcuni casi la scarsa o nulla contezza delle popolazioni di animali del territorio, diverse da cani e gatti, e delle strutture a vario livello esistenti localmente, dai centri di recupero alle pensioni per animali. 

Gli esempi virtuosi presentati da Legambiente (i Comuni di Terni e Peschiera Borromeo, la ASL Napoli 1 Centro) confermano un quadro nazionale disomogeneo. "Copiare i modelli che funzionano farebbe risparmiare"- ha esortato Morabito.

Il VI Rapporto di Legambiente è patrocinato da ANCI, ENCI, ANMVI e FNOVI. Sono intervenuti, Dino Muto, presidente ENCI,  Carolina Toia, Consigliere regionale Componente "VI Commissione permanente - Ambiente e protezione civile" della Regione Lombardia, Federico Nannurelli, Dipartimento Lavori Pubblici - Gestione del Territorio del Comune di Terni, Edgar Meyer, consigliere comunale con delega alle Politiche per i diritti e la salute degli animali di Peschiera Borromeo (MI), Vincenzo Caputo  ASL Napoli 1 Centro.

Mappa interattiva delle performance

Sintesi dei dati del VI Rapporto Animali in città