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CONSULTAZIONE ANMVI

L'informazione scientifica secondo il Medico Veterinario

L'informazione scientifica secondo il Medico Veterinario
Dalla consultazione promossa dall'ANMVI emerge che la visita dell'informatore è un valore aggiunto. Più in chiave scientifica che manageriale. E preferibilmente su appuntamento. La preparazione è un requisito importante: meglio se l'informatore è un laureato in veterinaria. Ma quanti la considerano una carriera professionale?
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Quando l'informazione è rivolta al Medico Veterinario è 'scientifica'. E' l'interlocutore professionale a distinguerla dalla comunicazione commerciale. E' il principio sul quale l'AIFA basa la definizione di 'informazione scientifica' del farmaco, un distinguo valevole per tutti i settori considerati dalla consultazione promossa dall'ANMVI e della quale sono ora disponibili i risultati.
Lo scopo della consultazione era di capire come venga percepita oggi la figura dell’informatore scientifico dalle strutture veterinarie e quale valore e significato venga dato alla visita dell’informatore.

Quale e quanta informazione- Ai fini del questionario si è considerato l'insieme dell'informazione scientifica (farmaci, mangimi e attrezzature). Il 94,35% dei Medici Veterinari che hanno partecipato alla consultazione riceve regolarmente le visite degli informatori con una media da 1 a 3 visite/settimana. Pari frequenza fra gli informatori del farmaco veterinario e del pet food, mentre le visite di informatori di attrezzature professionali risultano meno frequenti.

L’informazione dalle aziende è complessivamente considerata un valore aggiunto sul piano scientifico, ma meno influente dal punto di vista del business. Una lettura deontologica di quest’ultimo dato depone a favore del medico veterinario. In chiave manageriale, invece, può esserci spazio per qualche riflessione. Sul Pet Corner la percentuale di quanti ritengono di conoscere ‘poco’ le condizioni e le regole di gestione arriva al 64,20%. Un dato molto alto, ma contraddetto dal 78,69% che dichiara di cedere prodotti di pet care. La dispensazione del farmaco è invece praticata
dal 42,26%.

I medici veterinari sono esigenti- Per l’informazione scientifica, i Medici Veterinari si danno poco tempo, preferiscono essere visitati su appuntamento (68,13%) ma non sono pochi (31,87%) quelli che ricevono fra una visita e l’altra. In tutti i casi si dichiarano meglio disposti se l’informatore è un Collega: per il 69,11% dei rispondenti l'informatore deve essere a sua volta un Medico Veterinario. Il rapporto da Veterinario a Veterinario è considerato molto importante dal 45,95% dei rispondenti.
I veterinari si considerano ‘abbastanza’ preparati sulle leggi che regolano l’esercizio professionale in materia di medicinali veterinari e adeguatamente informati sulle norme relative
alla gestione del farmaco (70%). Un dato senza dubbio buono, ma non sufficiente ad evitare di stigmatizzare un 30% di veterinari che non si dà la sufficienza su queste materie. Per contro, il  57,16% dei rispondenti si è dichiarato interessato a seguire corsi sull’informazione scientifica e sul rapporto tra informatore e medico veterinario.

Gli aspetti più importanti nella relazione con l’informatore- Il 67,36% dei rispondenti ha indicato la preparazione professionale dell’informatore come principale requisito. Lo svolgimento di questa attività richiede una qualificata competenza scientifica e una preparazione ad hoc sulle norme regolatorie del mercato dei prodotti veterinari. Nel rapporto con l'informatore gioca un ruolo sempre più rilevante anche la capacità relazionale.

Informatore-veterinario-proprietario- Il 67,58% dei Veterinari considera il materiale divulgativo (brochure, leaflet, locandine, gadget, ecc.) in sala d’attesa molto utile nella relazione con il cliente. La pubblicistica in questo caso è vista come un vero e proprio ausilio professionale nell’attività di informazione verso il proprietario. Un segno dei tempi è rappresentato dall'interesse per il canale dei social network, segnalato dal 32% dei Veterinari rispondenti.

Uno sbocco occupazionale?- Le aziende, specie del comparto farmaceutico, dichiarano di preferire informatori con laurea in Medicina Veterinaria. Tuttavia, sommando tutte le posizioni aziendali, i numeri sono ancora bassi rispetto al potenziale occupazionale. Dalla consultazione risulta che quella dell’informatore scientifico non è considerata una possibile carriera professionale dai medici veterinari, un dato che va analizzato considerando che il target raggiunto non è stato di giovani in cerca di lavoro, ma per lo più di professionisti avviati.
Quasi il 60% ha dichiarato di non avere mai valutato la possibilità di diventare informatore scientifico; il 21,17%, pur non avendo mai valutato la possibilità di fare un’attività di informatore,
ammette che potrebbe farlo in futuro, mentre l’11,56% dichiara di essere stato interessato, ma di non avere mai trovato un impiego.

La consultazione promossa dall'ANMVI fra i Medici Veterinari, si è svolta on line e si è conclusa il 31 ottobre scorso. Sono stati elaborati 1.003 questionari validamente compilati. Ne è risultato un campione non statistico ma corrispondente alla distribuzione geografica delle strutture veterinarie per animali da compagnia: ambulatori e cliniche hanno rappresentato il 78% dei rispondenti.
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Quando l'informazione non è pubblicità- Professione Veterinaria 3/2017