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WEBINAR ANMVI ENCI FSA

Selezione e benessere delle razze brachicefale

Selezione e benessere delle razze brachicefale
Sono molto diffuse, ma problematiche. Almeno quanto amate. Le razze canine brachicefale sono state al centro del webinar presentato da ANMVI al congresso ScivacRimini Web. Obiettivi sinergici per Veterinari e Allevatori. Necessaria una uniformità di approccio ai pazienti per ricavare indicazioni utili agli allevatori e applicabili alla selezione, far rientrare i tratti estremi e salvaguardare il patrimonio genetico di queste razze.

Da Chiara Ferragni a Lady Gaga le razze brachicefale sono in auge e sono sempre più amate. Secondo le statistiche dell'ENCI, i bulldog francesi nel 2019 hanno segnato una crescita di circa tremila esemplari (contro i 700 del carlino che nello stesso periodo stabilizza la curva). "Ci sono deviazioni sull'ipertipo da correggere insieme- ha dichiarato il Presidente dell'ENCI, Dino Muto- per riportare la selezione nel giusto alveo. Abbiamo la necessità di un monitoraggio da parte dei veterinari per dare indicazioni di selezione agli allevatori e anche ai giudici".

Le prime indicazioni dei Veterinari sono arrivate dalla consultazione promossa dall'ANMVI in attuazione dell'Accordo di programma siglato con ENCI e FSA. "Work in progress- ha dichiarato il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi, mettendo in luce l'ambizione di un progetto avviato ancor prima dello scoppio della pandemia e da questa arrestato. "Con il webinar di oggi, di riparte" - ha detto Melosi, chiamando i relatori a mettere sul tavolo i nodi della questione.

Biodiversità e patrimonio genetico - "Nessuno standard della FCI richiede tratti estremi"- afferma Stefano Paolo Marelli, genetista dell'Università di Milano e componenete del Gruppo di lavoro sulle razze brachicefale. Per la Federazione Cinologica Internazionale al tratto della razza  deve corrispondere a una condizione di salute e di benessere del cane. "E' l'ipertipo che la compromette"- ha detto Marelli.
I fenotipi estremi sono già stati stigmatizzati dalla Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia e da una dichiarazione del Consiglio Europeo del 1995. Tuttavia, l'opinione pubblica non viene sensibilizzata correttamente e la risposta dei regolatori può risultare altrettando scorretta: "Il rimedio non può essere l'ibridazione e l'obiettivo non può essere l'estinzione di queste razze"- ha affermato Marelli, insistendo sull'importanza di preservare il patrimonio genetico e la conservazione della biodiversità. Le razze brachicefale vanno conservate "come tutte le varietà animali e vegetali".
Come procedere? "Nei piani di selezione bisogna definire degli obiettivi"- ha spiegato Marelli. Misure e proporzioni non bastano: "la lunghezza del muso non è il solo tratto fenotipico da considerare. Avere dati significativi dai Veterinari può dare un utile indirizzo alla selezione".

Standardizzare il rating di gravità-  Sull'ontogenesi del fenotipo concorda Enrico Bottero che, presentando i dati dell'indagine conoscitiva fra i medici veterinari, ha messo in luce l'esigenza di guardare anche ai fattori ambientali (es. il contesto domestici) e non solo alla fisiologia se si vuole approdare ad una standardizzazione del rating di gravità. E' questo il punto più sfidante, a fronte di esperienze di classificazione non convincenti, specie in ambito anglosassone, e di una letteratura scientifica troppo vasta per facilitare un metodo univoco di stadiazione che è invece molto richiesto dai medici veterinari e che dovrebbe essere uniforme "da Torino a Palermo".

Prevedibile che dal questionario emergesse la mancanza di preparazione e di consapevolezza tra i proprietari che acquistano queste razze. Il questionario ha anche proposto ai Veterinari una scheda/intervista da rivolgere al proprietario del cane in visita, per accompagnarlo verso una migliore conoscenza delle problematiche di questi cani. L'esigenza che esce dall'indagine  è proprio di "uniformare l'approccio dei Medici Veterinari a queste razze una volta che si presentano" spiega Bottero.

Risultati in sintesi- Hanno risposto 1.148 veterinari. Il motivo di conduzione a visita di un cane brachicefalo è principalmente dovuto a problemi respiratori e sindromi correlate, ma i veterinari rispondenti annotano altri problemi clinici (ricorrono problemi dermatologici e gastroenterici). Secondo i rispondenti (oltre 90%) il proprietario di queste razze canine non ha una conoscenza adeguata dei rischi di patologie correlate. Per contro, il proprietario non viene informato dall’allevatore della necessità di sottoporre il cane ad una stadiazione clinica ed endoscopica. La maggioranza dei vet informa e propone al proprietario di ogni cane brachicefalo la stadiazione clinica e gradirebbe avere una scheda standardizzata sia di stadiazione clinica che di stadiazione endoscopica.

"Il cane di razza non è quello"- Nell'incontro è emersa "la piaga" dell'importazione illegale di cuccioli. Per debellare il fenomeno, secondo il Presidente Muto, "non basta agire sulle frontiere, dobbiamo fare cultura affinchè si dia la giusta evidenza agli aspetti sanitari". I cuccioli trafficati arrivano sempre al proprietario e al veterinario con patologie: "il cane di razza non è quello".
"Bisogna arrivare al pubblico con il messaggio di scegliere sempre allevatori italiani che applicano la riproduzione selezionata "- secondo Aldo Vezzoni, Presidente della Fondazione Salute Animale che quest'anno celebra il suo trentennale dalla costituzione. All'ENCI è richiesto "uno sforzo grande, ma necessario, di sensibilizzare la propria base" -ha concluso.

"Non si compra il bulldog due giorni prima del compleanno"- "Il centro del lavoro di ENCI è diventato il benessere animale"- ha spiegato il Direttore Generale dell'ENCI Fabrizio Crivellari ripercorrendo le attività di formazione rivolte agli allevatori, come il Master in collaborazione con ANMVI, "che contiene un modulo tutto dedicato alle malattie ereditarie"- ha ricordato. Ultimamente, l'ENCI ha indirizzato le proprie attività di comunicazione "in contesti generalisti più che specializzati"- ha spiegato Crivellari- per raggiungere un pubblico allargato al quale spiegare che "bisogna avere pazienza, che se il cane che piace è il bulldog francese non lo si può comprare a due giorni da un compleanno. Bisogna- ha ribadito Crivellari- scegliere l'allevamento e andarlo a vedere".