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LA RISPOSTA ALL'ENCI

Manifestazioni cinofile, l'antirabbica è obbligatoria?

Manifestazioni cinofile, l'antirabbica è obbligatoria?
Il Ministero della Salute ha risposto all'ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) in merito alla obbligatorietà o meno della vaccinazione antirabbica per i cani partecipanti alle manifestazioni ufficiali. Criteri generali per decidere se ricorrere alla vaccinazione. Situazioni particolari e condizioni per una emergenza.


I cani delle manifestazioni cinofile ufficiali devono essere vaccinati contro la rabbia? La risposta resa dalla DGSAF (Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari) parte dal presupposto che la rabbia è una grave zoonosi ad esito mortale che colpisce tutti i mammiferi tra cui l’uomo. Il Ministero della Salute ha quindi spiegato in quali situazioni, particolari e dettagliatamente motivate, possa essere prevista la vaccinazione di emergenza, fermo restando lo status di indennità e una situazione sotto controllo ai confini dell'Italia.

In via generale, la decisione o meno di ricorrere alla vaccinazione antirabbica- sia essa negli animali domestici che selvatici -deve essere presa in funzione di due criteri: uno è il criterio del rischio di ingresso della malattia e la sua possibile diffusione nelle popolazioni sensibili, l'altro è il rischio di ingresso della malattia attraverso gli animali domestici.

Rischio di ingresso della malattia e la sua possibile diffusione nelle popolazioni sensibili. Ad oggi i rischi di introduzione della malattia dai paesi confinanti si sono estremamente ridotte grazie all’adozione di piani di vaccinazione nelle volpi in Slovenia e Croazia. In questi paesi, come in Austria, non si registrano più casi di rabbia già da diversi anni. "Nonostante ciò - permane un’ attività di sorveglianza nelle zone di confine in grado di allertare i servizi veterinari qualora ci fosse un nuovo ingresso da questi territori".

Rischio di ingresso della malattia attraverso gli animali domestici - Il Reg 2013/576/UE prevede l’obbligo di vaccinazione per cani , gatti e furetti provenienti da Stati membri della UE nonché da una lista di paesi terzi. "Allo stato attuale, considerata l’attuale situazione epidemiologica e le nome di prevenzione vigenti l’unico fattore di rischio per l’ingresso della malattia in Italia può essere costituito dall’eventuale introduzione di animali domestici non vaccinati provenienti da Paesi dove attualmente è presente la rabbia".

Status di Paese Indenne- In Italia l’ultima epidemia di rabbia risale al 2008, a seguito dell’ingresso di volpi rabide dalla confinante Slovenia. Grazie a un piano di vaccinazione effettuato nella regione Friuli Venezia Giulia , parte del Veneto e del Trentino alto Adige la malattia è stata eradicata nel 2011.L’Italia ha riacquisito lo status di paese indenne da rabbia nel 2013 da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE), status che ancora oggi mantiene.
Ecco perchè - spiega la DGSAF-  oggi sull’intero territorio italiano non sono previsti piani di vaccinazione obbligatori sia per le specie domestiche che selvatiche.

Situazioni particolari- Il quadro descritto non esclude che "in situazioni particolari possa essere prevista una vaccinazione di emergenza qualora si ravvisi un reale rischio di diffusione della malattia ad altri animali o all’uomo. Tale decisione - prosegue la nota ministeriale- dovrà essere dettagliatemene motivata e presa solo sulla base di un fondato rischio di introduzione e diffusione della malattia, supportata da analisi epidemiologiche, che tengano conto della situazione della malattia a livello internazionale e tenendo conto delle attuali norme vigenti già dirette a mitigare efficacemente i rischi di introduzione e diffusione di questa
malattia sul territorio nazionale".

La nota ministeriale è stata inoltrata anche ai Servizi Veterinari regionali.