"Si tratta di una attività hobbistica regolamentata dalle leggi che non ci consentono di prendere provvedimenti nei suoi confronti". E' il parere del presidente dell'Ordine di Torino, confermato dalla FNOVI che apre a modifiche del Codice Deontologico. Penocchio: "Un ripensamento dovrà essere fatto". Riflessione interna su "coerenza, intelligenza e responsabilità".
Riflettori mediatici puntati per giorni e giorni sul veterinario per la caccia grossa in Tanzania. Accuse, insulti, invocazione della radiazione e minacce di morte. Pressioni sull'opinione pubblica che hanno spinto la stama a sollecitare il parere dell'Ordine e della Fnovi.
L’Ordine provinciale dei veterinari di Torino ha fatto sapere che non esiste alcuna norma che vieta la pratica venatoria ai suoi associati purchè esercitata nel rispetto delle leggi vigenti a livello nazionale ed internazionale. "Si tratta di una attività hobbistica regolamentata dalle leggi che non ci consentono, dunque - spiega il presidente Thomas Bottello - di prendere provvedimenti nei suoi confronti"- ha dichiarato il Presidente Thomas Bottello. Non limitabile dunque il suo diritto a svolgere attività hobbistiche e queste ultime, a loro volta, non possono essere utilizzate in modo strumentale dagli organi di stampa per ingenerare presso l'opinione pubblica un'immagine negativa, sia moralmente che professionalmente".
Che dal punto di vista deontologico non vi siano gli estremi per un'azione disciplinare lo sostiene anche il Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio, intervistato dalla trasmissione radiofonica "Italia sotto inchiesta". La circostanza è stata avvalorata in trasmissione dal parere legale dell'avvocato Rinaldo Romanelli, Componente della Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane. Romanelli - dopo aver chiarito che le minacce di morte su Facebook costituiscono inequivocabilmente un reato penale "procedibile d'ufficio" nel quale può anche concorrere il reato di diffamazione- ha ribadito che lo svolgimento dell'attività di caccia per un Medico Veterinario non solo non è reato ma non configura "neanche un illecito disciplinare".
Incalzato dalla conduttrice Falcetti che insistentemente chiede di "cambiare lo Statuto" della professione, il Presidente Penocchio risponde: "In questo momento non abbiamo gli strumenti per affrontare una cosa del genere, perchè il Codice Deontologico è limitato a regolare i comportamenti all'interno dell'esercizio della professione. Il nostro articolo 1, una sorta di manifesto della nostra professione dice che nello svolgimento dell'attività professionale, uno degli obiettivi è la conservazione e la salvaguardia del patromonio faunistico, ispirato a principi di tutela della biodiversità, dell'ambiente e della cosesistenza compatibile con l'uomo. Il Codice è limitato peraltro limitato allo svolgimento dell'attività professionale di quel medico veterinario. Non possiamo fargli un procedimento disciplinare, perchè non ci sono gli spazi e non c'è la regola che può sostenere un procedimento disciplinare".
Non si può cambiare? insiste Falcetti. "Noi crediamo di avere uno dei Codici Deontologici più avanzati d'Europa, siamo sicuri, e forse anche del mondo- risponde Penocchio- Il Codice Deontologico è uno strumento dinamico, quindi si può cambiare e senza dubbio un un ripensamento rispetto a questo evento delle nostre regole, dovrà essere fatto, naturalmente andrà discusso e condiviso e non raramente nei nostri consigli nazionali andiamo a modificare articoli e passi del nostro Codice Deontologico". La conduttrice s'infervora:"io non lo vorrei più quel veterinario". "Noi abbiamo poco a che fare con questi comportamenti"- chiude Penocchio.
Intanto, il collega - secondo quanto riporta una nota dell'ANSA- ha presentato due denunce alla stazione provinciale dei Carabinieri: una contro ignoti per quanto riguarda i commenti postati sul web e una per diffamazione a mezzo stampa. Nei giorni scorsi, l'interessato ha anche fatto diffondere una dichiarazione: "La professione di veterinario non è incompatibile, né sotto il profilo deontologico né sotto quello morale, con attività di caccia o safari, praticate nel rispetto delle vigenti leggi, ove esse possono essere svolte". Nella notte, il suo ambulatorio è stato preso d'assalto dal Fronte Animalista.
Il leone e il medico veterinario
PENOCCHIO A RAI RADIO 1