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IL GESTO RIVENDICATO SU FB

Grave atto vandalico contro giovane veterinaria

Grave atto vandalico contro giovane veterinaria
Grave atto vandalico ai danni di una struttura veterinaria. Imbrattata la vetrina, affissi cartelli di insulti per strada e nei pressi di una farmacia. La titolare, una giovane professionista, ha chiamato i Carabinieri e sporto denuncia alla Procura della Repubblica. Il gesto rivendicato su Facebook da una sedicente formazione animalista.

Vetrate imbrattate, cartelli e scritte per la città con tanto di nome cognome e insulti all'indirizzo di una giovane veterinaria. Il 18 maggio scorso, la titolare di una struttura veterinaria e le sue colleghe hanno chiamato i Carabinieri per gli opportuni rilievi prima di rimuovere i segni di un grave atto vandalico. Uno shock emotivo, tempo- lavoro perduto e impiegato per attivare la Giustizia.  La titolare della struttura ha subito denunciato l'accaduto alla Procura della Repubblica perchè siano valutate tutte le fattispecie di reato, inclusa la diffamazione. Il suo nome e cognome è infatti apparso in cartelli affissi in altre zone pubbliche accompagnato da insulti, falsità e frasi denigratorie

Il gesto vandalico ("blitz") è stato rivendicato su Facebook da una sedicente formazione animalista che- ingaggiando uno scontro di post con l'interessata-  ha anche rivolto minacce in generale alla Categoria Veterinaria. ("Veterinari mangiacadaveri..."Vi dobbiamo sp... uno a uno?"). Cartelli, materiali emersi dai rilievi e i post su Facebook sono ora al vaglio della Magistratura. 

All'origine del gesto vi sarebbero fatti risalenti a più di un mese fa. La sera del 15 aprile una bambina di circa dieci anni accompagnata da un familiare adulto si è presentata alla struttura veterinaria con un gattino di pochi giorni chiedendo aiuto alla Veterinaria. Essendo prossima alla chiusura, la dottoressa- viste le condizioni di salute dell'animale che presentava segni di rinocongiuntivite- ha invitato l'accompagnatore adulto a lasciare il gatto in cura e a provvedere nel frattempo all'acquisto di latte in polvere nel vicino petshop. "Dobbiamo sentire la mamma" ha dichiarato il signore rivolgendosi alla bambina, che senza entrare nell'ambulatorio e senza rispondere alle domande della Veterinaria, se nè è andato portandosi via il gattino.

Un paio di giorni dopo, verso le 6.30 del mattino, la Veterinaria viene avvisata della presenza di un gattino abbandonato nelle vicinanze. La dottoressa lo riconosce e se ne prende cura, alimentandolo e iniziando le prime medicazioni. Nella notte il gatto muore, probabilmente di polmonite. Sarebbe rimasto "in famiglia" insieme al cane e agli altri cinque gatti della Veterinaria, nota per il suo impegno in favore delle adozioni: il 17 maggio, il giorno prima di leggere "Assassina" sulla vetrata del suo ambulatorio, la dottoressa aveva partecipato a iniziative per l'affido di cani, insieme ad una associazione animalista con cui è solita collaborare.

"Chi per professione cura esseri viventi e antepone i soldi alla vita non è degno del suo mestiere e deve cambiarlo" era scritto su uno dei cartelli del "blitz". Ma si dà il caso che la dottoressa non abbia chiesto nè ricevuto compensi per i trattamenti e le cure prestate.

In suo favore si stanno moltiplicando le testimonianze di solidarietà di molti clienti e concittadini: "Ho capito di lavorare bene e che il mio lavoro è apprezzato"- ci ha detto questo pomeriggio al telefono, trovando la forza di ironizzare sull'accaduto pur restando determinata a non lasciare intentata nessuna strada per ottenere giustizia.  L'ANMVI ha messo a sua disposizione i propri legali e valuterà iniziative nelle opportune sedi per dotare la professione veterinaria di strumenti di tutela, adeguati ed efficaci, nei confronti di intollerabili gesti di violenza.

Mantenendo riservata l'identità della Collega, l'ANMVI denuncia pubblicamente un fatto di inaudita deriva sociale, che deve allarmare tutti i professionisti e i cittadini che abbiano a cuore i valori del rispetto, della legalità e i diritti costituzionalmente garantiti.