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ASSALCO ZOOMARK

Rapporto annuale su alimentazione e cura dei pet

Rapporto annuale su alimentazione e cura dei pet
L'ottavo Rapporto Assalco - Zoomark 2015 si conferma un osservatorio privilegiato sul mercato del pet care. L'Italia continua a crescere in termini di fatturato, unica in Europa occidentale insieme alla Francia. Il pet care riflette un valore affettivo e familiare sempre più sentito.

Pubblicato da ASSALCO (Associazione Nazionale tra le Imprese per l'Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia) il Rapporto - giunto ormai alla sua ottava edizione- esce alla vigilia di Zoomark International che apre i battenti il 7 maggio a Bologna Fiere. Si tratta di una indipensabile fotografia annuale del settore- supportata da evidenze scientifiche, ricerche e contributi di esperti- erealizzata in collaborazione con ANMVI e IRI Information Resources.

Sessanta milioni di pet- I "pet", oggi circa 60 milioni in Italia fra cui oltre 14 milioni fra cani e gatti, 13 di uccelli, 30 di pesci e circa 3 milioni fra roditori, altri piccoli animali e rettili, giochino un ruolo forte e crescente in qualità di membri della famiglia: per la loro salute e il loro benessere non si esita a orientare la scelta verso alimenti premium e superpremium e ad alto contenuto di funzionalità - che consentono regimi nutrizionali equilibrati.I dati positivi del mercato italiano sono l'espressione locale di un contesto globale in cui la crescita complessiva del mercato pet care negli ultimi 5 anni è del 10%, con gli alimenti per cane e gatto a rappresentarne la quota principale (66 miliardi di euro su un totale di 100 miliardi nel 2014), e con una tendenza positiva costante degli alimenti in fascia premium.

Gianmarco Ferrari, Presidente di Assalco, così ha commentato il Rapporto: "Gli animali da compagnia sono a tutti gli effetti membri delle nostre famiglie e il benessere che scaturisce da questa relazione è un fatto confermato da studi scientifici e clinici. Per questo la cura per la loro alimentazione, la loro igiene e il loro benessere fa parte della quotidianità ed è sempre più importante, come conferma la crescita a valore del nostro comparto del +2,4% nel 20142. L'industria risponde a questa attenzione impegnandosi costantemente per la qualità e per la sicurezza dei prodotti attraverso procedure di controllo stringenti. Sul fronte istituzionale, le diverse Autorità di controllo vigilano costantemente sulla qualità e sicurezza dei prodotti pet food; in particolare, il Ministero della Salute ha recentemente predisposto l'edizione per il triennio 2015 – 2017 del PNAA, nell'ambito del quale viene svolta una verifica capillare sugli alimenti destinati agli animali (da compagnia e da reddito) in tutte le fasi della produzione, a partire dalle materie prime fino alla commercializzazione, grazie al ruolo fondamentale dei Servizi Veterinari che analizzano migliaia di campioni".

Il mercato del petfood in Italia chiude positivamente il 2014 con un giro d'affari di 1.830 milioni di euro e un totale di 544.000 tonnellate commercializzate di prodotti per l'alimentazione per cani e gatti – segmento principale del mercato; ancora molto positivi i trend delle dinamiche a valore nel 2014 (+2,4% rispetto al 2013), crescita peraltro superiore a quella già rilevata nel 2013 (+1,9% rispetto al 2012) pur con una flessione dei volumi (-1,2%)1 che in ogni caso evidenzia un risultato di tutto rispetto nell'attuale contesto.

Cani, gatti e altri animali da compagnia- Gli alimenti per gatto, nell'ambito dei quali i proprietari sono particolarmente attenti alle preferenze dei propri animali, rappresentano il 54% del totale, per un valore di 992 milioni di euro mentre gli alimenti per cane rappresentano il 46% del totale, con circa 838 milioni di euro; nell'indagine si rileva una maggiore consapevolezza dei proprietari per una corretta alimentazione quale elemento fondamentale di tutela della salute e del benessere dell'animale, con una particolare attenzione ai consigli del veterinario che guida verso la scelta di alimenti correttamente bilanciati.
Gli alimenti per altri animali da compagnia realizzano un fatturato in GDO di poco più di 18 milioni di Euro (peso dei segmenti a volume: uccelli 55,7%, roditori 40,7%, tartarughe 2%, pesci 1,6%).

Gli accessori- Significative le cifre del comparto degli accessori che rappresentano un fatturato di circa 66 milioni di euro, con un incremento a valore del 3,9% e un aumento a volume del 2,7% rispetto al 2013. Il trend positivo del care è trainato dal segmento "igiene", ovvero shampoo, spazzole, ossi masticabili e per dentizione, deodoranti e ciò che ha a che fare con la cura e la bellezza degli animali, con crescite del 12,8% a valore e del 10,7% a volume, negli iper e nei super.

Nei Paesi dell'Europa Occidentale la macrocategoria del pet care che include gli alimenti per cani, gatti e piccoli animali da compagnia e gli accessori per la salute, la cura e l'igiene sta segnando un rallentamento nel mass market, mentre Italia (+ 1,3%) e Francia mostrano una tendenza positiva.

Il comparto della veterinaria per animali da compagnia "si presenta stabile e, tuttavia, si tratta di una "calma apparente"- osserva il Presidente ANMVI Marco Melosi. "Se da un lato i dati strutturali non cambiano, dall'altra i segni del disagio professionale si acuiscono rendendo sempre più impegnativa la gestione dell'attività"- spiega Melosi. In Italia la medicina veterinaria degli animali da compagnia è svolta in forma privata da circa 16mila liberi professionisti abilitati, in costante sovrannumero rispetto al fabbisogno reale, e in forma prevalentemente mono‐professionale: sul totale nazionale di 10.500 titolari per 7.000 strutture veterinarie autorizzate, il 68,4% di queste è gestita da un titolare unico". Si tratta continua il Presidente ANMVI di "un modello tipico delle professioni intellettuali ed in particolare di quelle a contenuto altamente specializzato come la Medicina Veterinaria, dove l'apporto del singolo‐ anche in termini di aggiornamento scientifico‐professionale è determinante. Se in Italia i medici veterinari appaiono poco inclini all'esercizio in forma aggregata, associativa o societaria, non si spiega solo con l'elevato numero di laureati in Medicina Veterinaria (circa 11mila nuovi ingressi all'Albo Nazionale negli ultimi dieci anni), ma anche nella necessità di politiche di sostegno all'investimento e allo sviluppo dell'attività professionale, nell'opportunità di prevedere incentivi economico‐fiscali alla libera professione giovanile e femminile‐ sul modello delle piccole imprese‐ ed infine nella urgenza di semplificare regole e burocrazia che affliggono il lavoro autonomo".
In conclusione, per il Presidente Melosi " il settore è certamente saturo, ma prospettive si potrebbero ricercare nell'orientare le nuove generazioni verso settori e spazi medico‐scientifici alternativi, oltre a far evolvere le scelte politiche nei confronti dei cittadini‐proprietari di animali familiari, facendo leva sulla domanda. Rafforzare la cultura della sanità veterinaria intesa come sanità pubblica, incoraggiare la prevenzione veterinaria ed alleggerire il carico fiscale, aiuterebbe a presentare il Medico Veterinario non più solo come un clinico, ma come qualificato promotore di una consapevolezza zoo‐antropologica che aiuta la convivenza uomo‐animale".
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RAPPORTO ASSALCO – ZOOMARK 2015 Alimentazione e Cura degli Animali da Compagnia- Pet: cittadini di serie A

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