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Cani e gatti troppo costosi? La maggioranza dice di no

Cani e gatti troppo costosi? La maggioranza dice di no
Le spese veterinarie e di mantenimento di cani e gatti non spaventano la maggioranza dei proprietari. Mentre 'Fuori TG' se ne occupava in studio, il sondaggio on line di RAI 3 chiudeva a favore della compagnia di cani e gatti. Domande e risposte sui costi di cura, sul randagismo e sulla legislazione vigente e in arrivo.

"Avere in casa un cane e un gatto è molto costoso?"- La conduttrice Maria Rosaria De Medici ha concluso la puntata di ieri di Fuori TG dedicata alle cure di cani e gatti, leggendo i risultati del sondaggio on line: per il 65% non è così: tutti possono avere la compagnia di un cane e un gatto e solo il 10% risponde che "non tutti se la possono permettere" E' minoritaria (25%) la quota che risponde: "se si ammala diventa una spesa pesante. La trasmissione - seguita ieri da 1milione e 700mila italiani- ha affidato alla maggioranza dei telespettatori il messaggio di chiusura di un problema di spesa che, senza essere negato, è risultato  ridimensionato proprio dal pubblico.

Una serie di interviste ai proprietari in passeggiata con il cane hanno riferito le cifre delle spese di cura e gestione complessiva sostenute per il loro animale; la conduttrice ha  lanciato l'invito a fare attenzione alle spese da sostenere, dopo che il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi, ospite in studio, ha corretto picchi di spesa, in particolare sul microchip, che possono falsare la percezione nei riguardi di una prestazione importante in quanto obbligatoria per legge. Sottolineato inoltre dal Presidente Melosi il ruolo dell'IVA applicata alle spese veterinarie che oggi è arrivata al 22% (un record nazionale di pressione fiscale registrato anche dall'Ocse nel suo ultimo rapporto sulla fiscalità italiana)  che parifica le cure per cani e gatti ai beni di consumo superflui.

Sul farmaco veterinario sono intervenuti Eva Rigonat (Fnovi) e, in studio, Roberto Villa (Dipartimento di Farmacologia di Milano) che hanno illustrato le basi legislative vigenti, sia nazionali che europee, che disciplinano le norme per l'immissione in commercio e l'utilizzazione del farmaco veterinario, anche in rapporto a quello autorizzato nell'uomo. Con il nuovo Regolamento Europeo - che la Commissione Europea auspica di varare nel 2016- l'attuale normativa sarà modificata all'insegna di un allargamento del mercato veterinario europeo che- perseguendo lo scopo di aumentare la disponibilità dei medicinali veterinari- potrà incidere anche sulle dinamiche di determinazione dei prezzi. Ma non c'è solo il fattore-mercato: in studio, Villa si è soffermato sugli aspetti tecnico-farmacologici dei medicinali veterinari e sui processi di studio, elaborazione ed autorizzazione dei medicinali veterinari, processi che rispondono a requisiti di sicurezza ed efficacia terapeutica nel paziente animale e che comportano costi per l'industria. Melosi ha chiarito in termini pratici come funziona la deroga di legge che permette il ricorso al medicinale umano e ricordato che già oggi, i veterinari possono dispensare il farmaco veterinario attraverso la norma nazionale che autorizza alla cessione della terapia farmacologica, non come vendita commerciale ma come prestazione accessoria a quella veterinaria.

Incoraggiata infine pubblicamente, dal Presidente dell'ANMVI sia una inversione di rotta del Fisco italiano, ma anche della gestione del randagismo che potrebbe essere affrontato efficacemente solo con interventi di sterilizzazione. Melosi ha citato l'apporto che le strutture veterinarie italiane possono dare al controllo della popolazione animale, i cui costi ricadono sulla spesa pubblica dello Stato e delle Amministrazioni locali. Nel suo intervento, il Presidente Melosi ha anche ricordato la proposta dell'ANMVI di una rete privata per la medicina veterinaria di base, in favore di prestazioni veterinarie che non possono mancare, sotto il profilo della prevenzione e della profilassi.