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SICILIA

Dissequestrati i canili, il veterinario: avere un canile non è da delinquenti

Dissequestrati i canili, il veterinario: avere un canile non è da delinquenti
I cani "erano in fase terminale". "Perché lo Stato non provvede a costruire strutture pubbliche? Dobbiamo finirla con questi falsi moralismi". Una vicenda nata dalla distorsione dei fatti da parte di una associazione animalista. Mario Bongiorno, veterinario e proprietario delle strutture private che ospitavano i randagi in città e in provincia, definisce così il sequestro di aprile e la successiva rottura dei sigilli.

Secondo il medico non ci sarebbe stato nessun caso di malnutrizione, così come le sedi sarebbero a norma di legge. «Perché lo Stato non provvede a costruire strutture pubbliche? Dobbiamo finirla con questi falsi moralismi», spiega alla stampa  Bongiorno, proprietario dei canili Nova Entra, ad Adrano e San Giovanni Galermo, oggetto di sequestro preventivo disposto lo scorso 24 aprile dalle pm Assunta Musella e Alessia Milicò, prima che il tribunale del riesame di Catania disponesse il successivo dissequestro e la restituzione dei canili al proprietario. Due le ipotesi di reato su cui si indaga: maltrattamento di animali e abbandono, in seguito alle denunce perpetrate dall'associazione.

«Il problema non è il canile che accoglie il cane maltrattato, ma il padrone che lo ha abbandonato con il tumore metastatizzato. C'è ormai nella cultura animalista questa idea secondo cui chi ha un canile deve essere un delinquente».  «Noi chiederemo il risarcimento dei danni al ministero della Salute che ha chiesto alla procura di Catania di procedere con il sequestro – spiega l'avvocato Salvatore Cannata in una conferenza stampa a San Gregorio – Il dottore Bongiorno ha subito un danno a causa dell'accanimento mediatico, è stato costruito un mostro sulla base di elementi non documentati». Bongiorno racconta di essersi persino organizzato con delle associazioni per dare in adozione molti cani, consentendola in oltre un centinaio di casi nel primo trimestre del 2014 e garantendo per i primi sei mesi dell'anno anche cure gratuite presso il suo studio veterinario.

«I cani venivano portati al canile nella fase terminale delle loro terapie, questo non significa che li ho maltrattati», puntualizza il medico veterinario, rispondendo alla fotografie dei volontari che documentavano la magrezza dei cani, imputata alla malnutrizione da parte del medico. «Il canile è stato utilizzato dal Comune come se fosse pubblico. Perché lo Stato non provvede a costruire strutture pubbliche e lasciare in pace i privati cittadini? Dobbiamo finirla con questi falsi moralismi». L'avvocato Cannata e il suo assistito parlano di una distorsione dei fatti da parte dell'associazione denunciante, sulla base dell'interesse dei volontari alla gestione dei canili. «Le associazioni avevano una buona opinione dei canili, almeno fino al 2013». Cosa sia accaduto dopo, rimane un mistero. Il legale sostiene la divulgazione di versioni non veritiere che mostrano una realtà inesistente, dato che le strutture sono a norma di legge.

«Faremo dei normali lavori di manutenzione, ma è tutto a norma. Le acque reflue in realtà sono regolari, gli operai non lavorano in nero come è stato detto e soprattutto i cani non vengono tenuti al buio o sepolti sotto terra», prosegue il proprietario dei canili. «Le ossa che hanno trovato a San Giovanni Galermo sono dei cani di mia madre, io ho speso oltre duemila euro per lo smaltimento delle carcasse, se ne occupa la Sicilgrassi». E sull'aggiudicazione dell'appalto milionario per la gestione dei randagi di cui la stampa ha tanto parlato in questi giorni, Bongiorno puntualizza: «In realtà sono 853.200 euro, è l'importo di base d'asta del biennio 2013/2014».

Molti dei cani attualmente ospitati presso i canili Nova Entra a breve verranno trasferiti al Canile Ariosto (Acireale) e alla Porziuncola (Gelso Bianco) a spese del Comune. «L'amministrazione deve contribuire a svuotare il canile, trasferendo almeno un centinaio di animali, noi chiediamo questo. La responsabilità è del dottore Rosario Puglisi», spiega l'avvocato Cannata. In questi giorni, le associazioni hanno scritto persino a Papa Francesco: «Ci aspettiamo anche una scomunica», ironizza l'avvocato Cannata. Non resta che attendere la prosecuzione delle indagini da parte della procura e l'emersione di una verità processuale. «A breve – conclude il legale – depositerò una memoria per dimostrare se tutto ciò che è stato denunciato corrisponde al vero oppure no». (fonte)