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COMMERCIO DI ALIMENTI E INSICUREZZA ALIMENTARE

COMMERCIO DI ALIMENTI E INSICUREZZA ALIMENTARE
Commercio, alimentazione, sicurezza e insicurezza alimentare. Il Comitato economico e sociale europeo ha espresso un parere che mette in stretta relazione le politiche commerciali, in particolare quelle protezionistiche, con il fenomeno dell'insicurezza alimentare. Raccomandazioni alla UE per evitare che la sicurezza alimentare degli europei vada a scapito del diritto globale alla alimentazione.   Il Comitato economico e sociale europeo ha espresso un parere "esplorativo"sul tema «Commercio e sicurezza alimentare" che da ieri può essere letto sulla Gazzetta Ufficiale Europea. Il parere è stato sollecitato dal vicepresidente della Commissione europea e mette in stretta relazione le politiche commerciali con il valore della sicurezza alimentare e il fenomeno della"insicurezza alimentare" che coinvolge ancora ampie fasce della popolazione mondiale.

Riconoscendo il diritto globale all'alimentazione, il Comitato fa propria la definizione di sicurezza alimentare adottata dal World Food Summit del 1996: la condizione in cui «tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, economico e sociale a cibo sufficiente, sicuro e nutriente che soddisfi le proprie necessità e preferenze alimentari per poter esercitare una vita attiva e in salute».

L'analisi dell'insicurezza alimentare evidenzia le seguenti caratteristiche essenziali: a) è in aumento e ad oggi, dopo le due crisi, ne è colpito più di un miliardo di persone; b) è sempre più concentrata (l'89 % risulta in Asia, Pacifico e Africa subsahariana); c) resta fortemente rurale (il 70 % degli individui in condizione di insicurezza alimentare risiede nelle aree rurali).

Di qui una serie di raccomandazioni per l'Unione Europea: Il commercio regolato può contribuire a far uscire persone e gruppi da una condizione di insicurezza alimentare, anche nel quadro dello sviluppo dei mercati regionali, mentre un diffuso ricorso a misure protezionistiche non aiuta il perseguimento della sicurezza alimentare globale.

Il CESE richiama l'attenzione sul fenomeno della crescente concentrazione del commercio mondiale di prodotti alimentari nelle mani di pochi operatori, particolarmente nel settore dei cereali, lungo tutta la filiera agro-industriale-alimentare, a cominciare dallo strategico settore delle sementi.
Una strategia globale per la sicurezza alimentare si deve pertanto articolare nelle seguenti azioni e politiche: riduzione della povertà e crescita del reddito; politiche di welfare e di previdenza; politiche agricole e sviluppo rurale; ricerca e sviluppo; commercio e sviluppo integrato regionale; aiuto alimentare; politiche demografiche; lotta alla corruzione.

Il CESE ritiene che un commercio regolato debba integrare nelle sue dinamiche decisionali ed applicative i principi del diritto all'alimentazione, e che gli Stati debbano astenersi dal contrarre obblighi internazionali in contrasto con quei principi.

L'invito alla UE è di adottare l'European Consensus on the Development, per un'univoca strategia politica riconoscibile dai partner mondiali e per essere partner incisivo di una riforma profonda del sistema FAO-WFP-IFAD e di "integrare strutturalmente i principi del diritto all'alimentazione nelle sue politiche commerciali e di avviare una opportuna azione di concertazione con gli altri membri dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, in modo che tali principi siano strutturalmente integrati nei negoziati multilaterali".

Inoltre, l'Unione europea dovrebbe di investigare i modi in cui le attività economiche e commerciali delle società europee o con sede nell'UE possano essere monitorate nelle loro ripercussioni sulla sicurezza alimentare globale.

 

Allegati
pdf PARERE DEL COMITATO SOCIALE EUROPEO.pdf