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ANTIBIOTICORESISTENZA

Mastiti severe e moderate: ottimizzare la terapia si può

Mastiti severe e moderate: ottimizzare la terapia si può
Le mastiti gravi vanno curate. Prevenire, tenendo conto dei fattori stressanti che possono condurre ad infiammazioni sistemiche.
Se ne è parlato al convegno organizzato dall’Ordine dei Medici veterinari di Piacenza in collaborazione con Fatro. Dopo il saluto del presidente dell’Ordine Medardo Cammi, ha preso la parola il prof. Paolo Moroni del Dipartimento di Medicina veterinaria di Milano che ha trattato dei problemi della qualità del latte relativi alle mastiti.

“Va attentamente controllata l’efficacia del farmaco e posta la massima attenzione all’uso degli antibiotici, sia in lattazione, che in asciutta. In ogni caso oggi il veterinario non deve lavorare più da solo, ma in equipe, utilizzando i servizi batteriologici a disposizione- ha detto. "Le mastiti severe vanno sempre trattate, ma non le moderate, (possibili gli antinfiammatori), per cui è meglio attendere, ricordando che ridurre l’antibiotico significa sia un grande risparmio, come un aiuto a prevenire la resistenza”.

Moroni ha ricordato che diversi fattori stressanti (citando gli studi del prof. Erminio Trevisi della Cattolica), soprattutto “social” e da caldo, possono contribuire alle infiammazioni sistemiche ed ha spiegato che i più recenti studi sono rivolti alle “comunità microbiote che interagiscono tra loro e l’ambiente. Ogni bovina (ma anche l’uomo) ne ha una e quindi attenzione alle standardizzazioni dell’alimentazione. Si va verso una terapia più selettiva, ma occorre ancora valutare questi percorsi”.
Quindi è necessario ricordarsi che le tecnologie “stanno correndo ed il veterinario deve avere capacità analitica, valutando costi e benefici, con servizi rapidi, ma sempre mirando alla semplicità, in attesa di più precise normative”.

Le Linee guida della Regione Emilia- Romagna che sono state pubblicate proprio in questi giorni sono state illustrate dalla dott. Norma Arrigoni di IZS- Piacenza. Con lei il dott. Guglielmo Lanza dirigente Asl che ha svolto il ruolo di moderatore.

“La Regione- ha esordito- ci offre qualcosa di pratico, utile per la realtà quotidiana, un manuale operativo. La Ue ci raccomanda un uso prudente degli antibiotici, un utilizzo mirato basato su accurata diagnosi clinica e di laboratorio,con molecole a spettro limitato e solo più ampio solo se le prime sono inefficaci, evitando di dare latte di scarto da vacche in trattamento ai vitelli. Ma- ha avvertito l’Arrigoni- pochi allevamenti fanno analisi, troppe usano antibiotici ad ampio spettro. Le linee guida regionali propongono biosicurezza e prevenzione”.

Secondo la bibliografia internazionale- ha detto arrigonni- oltre il 50% delle mastiti cliniche di livello moderato o lieve non necessitano di terapia antibiotica, o perché risultano negative all’esame batteriologico, o perché sono causate da agenti per i quali la terapia antibiotica è completamente inefficace (Prototheca, Lieviti, Mycoplasmi), scarsamente efficace (S.aureus, Klebsiella, Serratia) o non necessaria (E.coli). Al contrario, per le infezioni da Streptococco, la terapia antibiotica risulta sempre indicata, e dimostra una elevata probabilità di successo. E per la messa in asciutta è necessario portare gli allevamenti ad un certo livello per attuarne una selettiva”.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piacenza sta coordinando un progetto finanziato nell’ambito del PSR dal titolo “Approccio integrato per ridurre il consumo di antibiotici nella produzione del latte destinato alla produzione di formaggi DOP Regionali, contribuendo a diminuire il rischio di insorgenza dei fenomeni di antibiotico-resistenza”. Partecipano a questo progetto un caseificio produttore di Grana Padano della nostra provincia (Caseificio Santa Vittoria) e due caseifici produttori di Parmigiano Reggiano (Caseificio Quattro Madonne e Consorzio Vacche Rosse, rispettivamente di Modena e  Reggio Emilia), per un totale di circa 60 allevamenti. (fonte)