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TARANTO

Canili comunali: illeggittimo affidarli ad operatori economici?

Canili comunali: illeggittimo affidarli ad operatori economici?
Il Comune di Taranto apre la procedura di affidamento della gestione dei canili di proprietà comunale. Le associazioni protezioniste chiedono di annullarla.
Sul  bando indetto dall'Amministrazione tarantina per l'affidamento di servizi inerenti la gestione di canili comunali (uno sanitario e due stabulari), LAV e Lega Nazionale per la Difesa del Cane hanno inoltrato - in via di autotutela- una istanza di annullamento all'indirizzo del Sindaco Ippazio Stefano. L'alto là è arrivato alla vigilia della chiusura del bando, scaduto ieri.
La Procedura ammette alla partecipazione anche agli imprenditori privati, "ma ciò è in contrasto con la legislazione nazionale e regionale in materia di prevenzione del randagismo e tutela degli animali d’affezione"- sostengono le associazioni in un comunicato diffuso dalla Lega del Cane.

Il Comune di Taranto include fra di soggetti aspiranti anche gli operatori economici, secondo quanto previsto dal  Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50 s che disciplina l'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici in alcuni settori (dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali) e ha riordinato le norme dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.

Le associazioni richiamano una sentenza della Corte Costituzionale che sancisce "l’illegittimità costituzionale dell’art. 14, comma 2-bis, della legge della Regione Puglia 3 aprile 1995, n. 12 (Interventi per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo), nella parte in cui non consente a soggetti privati, che garantiscono la presenza nella struttura di volontari delle associazioni animaliste e zoofile preposti alla gestione delle adozioni e degli affidamenti dei cani e dei gatti, di concorrere all’affidamento di servizi di gestione solo dei canili e gattili sanitari."

La citata sentenza - argomentano- "non va a toccare le modalità di affido dei canili rifugio che la legislazione vigente riserva alle Associazioni". La legittimazione, oltre agli Enti comunali, "delle sole Associazioni animaliste alla gestione dei rifugi"-  trova ulteriore supporto normativo nella L. 281/91, si legge nel comunicato diffuso della Lega del Cane. In base alla Legge Quadro, sotto il controllo delle ASL,  "gli enti e le associazioni protezioniste possono gestire sia i canili sanitari (la cui gestione ora è estesa anche ad altri soggetti privati) sia i rifugi per cani (sui quali, a norma di legge, permane una legittimazione esclusiva alla gestione da parte delle associazioni, qualora l’Ente comunale non vi provveda direttamente)".

Le associazioni di protezione animale sono " i soggetti funzionalmente e finalisticamente preposti alle attività di gestione e cura animale e al loro inserimento in famiglia" ed è a questi ultimi - prosegue la nota- "che la legge regionale della Puglia conferisce la possibilità di concorrere alla gestione dei canili rifugio in luogo degli operatori economici privati. Soggetti, tali ultimi, non contemplati quali interpreti attivi nel campo del randagismo se non per l’ipotesi di gestione di canili sanitari, ove non viene in rilievo il discorso relativo alle attività finalizzate a favorire l’adozione degli animali”.

La richiesta è dunque di annullare il bando e di emanarne uno "a norma di legge, che dia il massimo impulso a una seria promozione delle adozioni".