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ORDINE DI REGGIO CALABRIA

Noi veterinari aggrediti non siamo professionisti della beneficenza

Noi veterinari aggrediti non siamo professionisti della beneficenza
Vessazioni subite tramite social network e telefonia. Continua l’aggressione ai danni dei liberi professionisti da parte di singoli utenti che si professano animalisti.
Non succede solo a Padova. L’Ordine dei Medici Veterinari di Reggio Calabria riferisce di una iscritta che ha sporto denuncia all’Autorità Giudiziaria, in seguito a comportamenti collegate a cure in favore di animali senza proprietario. La Collega- scrive il Presidente dell'Ordine Rocco Salvatore Racco in una lettera aperta inviata alla stampa locale e veterinaria- "viene criminalizzata, ingiuriata, messa alla gogna mediatica, per non aver preso in carico un randagio dopo che una sua assistente aveva accertato che l’animale non necessitava cure immediate".  E non è la prima volta. Il Presidente parla di "vicissitudini che si presentano ormai con una certa regolarità". Le Istituzioni "non possono assistervi inermi lasciando nella totale solitudine il veterinario"- aggiunge.

"A coloro che continuano a individuare le strutture veterinarie private o il singolo medico veterinario quale professionista “dell’accoglienza e della beneficenza” l’assise veterinaria grida NO. Coloro che li vogliono praticare lo fanno per scelta autonoma e non per imposizione, sempre nel rispetto del codice deontologico della categoria e delle Leggi vigenti"- scrive Racco.
"Queste stesse persone sappiano- dice che l’Ordine dei Veterinari non tollererà simili aggressioni e si costituirà parte civile in tutte quelle vertenze che vedono coinvolti medici veterinari offesi, oltraggiati e denigrati. Lo stesso non sarà tenero, in termini disciplinari, nemmeno con quei colleghi che non rispettando la deontologia professionale disonorano la categoria cui appartengono.

L'Ordine dei Medici Veterinari di Reggio Calabria si dice "sempre disponibile a collaborare con le Istituzioni che lo richiedono" e tuttavia individua "una serie di carenze che di fatto impediscono il contenimento del fenomeno ed, in particolare, valuta che la gestione del randagismo deve essere affidata ad un solo Ente, Comune singolo o associato, Azienda Sanitaria Provinciale, Provincia, ecc.; per la stessa gestione devono essere previste risorse idonee, volte alla custodia degli animali (canili sanitari e canili rifugio), sale chirurgiche per la loro sterilizzazione e per gli interventi di necessità, mezzi per il trasporto degli animali catturati e relative attrezzature, personale sanitario e tecnico, ausili informatici per la parte burocratica".

"Sono interventi - scrive il Presidente Racco- da pianificare a breve, medio e lungo termine provvedendo, nel contempo, a stipulare convenzioni con il privato per tutte le condizioni applicative sopra dette compresa la parte medico veterinaria, le cui strutture diffuse capillarmente sul territorio provinciale potrebbero offrire la necessaria assistenza a tale debole popolazione animale".


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