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SARDEGNA

Approvato il nuovo piano per combattere la Caev

Approvato il nuovo piano per combattere la Caev
Ad oggi non esiste alcun vaccino contro la Caev e la profilassi è esclusivamente sanitaria.
La Caev (Artrite–encefalite virale delle capre) è una malattia infettiva che colpisce soprattutto le razze da latte. Secondo i dati dell'Osservatorio epidemiologico veterinario regionale, tra il 2011 e il 2013 sono risultate positive alla Caev (cioè dove è stato rilevato almeno un capo positivo alle prove diagnostiche convenzionali) 193 aziende isolane su 235 controllate.

La principale via di trasmissione della malattia, nel contagio dei capretti neonati, avviene tramite il colostro o il latte contenenti l'agente patogeno, mentre negli adulti avviene con la mungitura, soprattutto se meccanica. Nei capretti tra i 3 e i 6 mesi la malattia si può manifestare, anche se raramente, in una forma nervosa che provoca debolezza negli arti posteriori e paralisi. Nelle capre adulte i sintomi sono l'artrite, la polmonite e la mastite.

La delibera con il nuovo Piano, che rinnova e rafforza quello 2010-2012, è stata approvata il 26 settembre dalla Giunta Cappellacci su proposta congiunta degli assessori dell'Agricoltura e della Sanità, Oscar Cherchi e Simona De Francisci. Lo strumento, che vale per l'anno in corso e fino al 2016, stanzia inizialmente 1 milione di euro e oltre alle misure di prevenzione e cura, prevede per la prima volta incentivi per l'abbattimento dei capi sieropositivi e per l'acquisto di allattatrici artificiali per la costituzione di gruppi di capretti "free" dalla patologia.

"Si tratta di un provvedimento importante – spiegano gli assessori - sul quale la Regione stava lavorando da tempo per tutelare circa 2.600 aziende e il nostro patrimonio caprino che conta oltre 240mila capi da una malattia insidiosa. Il Piano ha il duplice obiettivo di contrastare ed eradicare la Caev e, dall'altra, difendere un'economia che, parallelamente a quella del comparto ovino, rappresenta una fondamentale fonte di reddito per gli allevatori della Sardegna".

I danni economici riscontrabili in un allevamento infetto sono la riduzione della produzione di latte fino al 25-30 per cento, una maggiore predisposizione a contrarre malattie, maggiori costi di alimentazione, minore longevità degli animali colpiti, disturbi nello sviluppo dei soggetti giovani, associati a minor vitalità e maggior numero di interventi terapeutici nella fase di crescita.