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FINANZIARIA IN SPAGNA

IVA al 10%: una mozione convince il Senato di Madrid

IVA al 10%: una mozione convince il Senato di Madrid
IVA al 10% in Spagna. Il Senato di Madrid ha approva una mozione per ridurre l'aliquota sulle prestazioni veterinarie. "Urgente controllare le zoonosi".

La Commissione Finanze del Senato di Madrid ha approvato una mozione per ridurre l'Imposta sul Valore Aggiunto sulle prestazioni veterinarie. In Spagna l'aliquota è del 21% e la mozione chiede di ribassarla al 10%. Non è la prima volta che il Parlamento della Spagna si impegna su azioni di defiscalizzazione delle cure veterinarie. La giustificazione è che l'IVA ridotta sulle prestazioni veterinarie è una  "urgente misura di sanità pubblica essenziale" per controllare le zoonosi.

Durante il dibattito per la Finanziaria 2023, il senatore proponente Francisco Javier Fragoso (Partito Popolare) ha ricordato che in base alla legge sulle professioni sanitarie, anche i Veteirnari sono professionisti della salute. "Sono la prima barriera per fermare il salto di malattie dagli animali alle persone, come è successo con il Covid-19- ha ricordato. Fragoso ha incentrato il suo intervento sugli animali da compagnia, poiché la riduzione dell'Iva si applicherebbe solo a questo settore, in quanto i servizi veterinari per gli animali d'allevamento già prevedono un'aliquota del 10%".

In Spagna ci sono più di 30 milioni di animali domestici e quasi il 50% delle famiglie spagnole ne ha uno. "Inoltre, per le persone che vivono sole sono la loro unica fonte di compagnia e sono considerate un supporto per la loro salute mentale"- ha ricordato la mozione.
"In questo contesto economico - ha concluso Fragoso, riferendosi alla situazione ucraina e all'inflazione- è necessario decidere quali sono i settori importanti". Considerare fra questi il settore veterinario è "particolarmente appropriato" anche alla luce dell'aggiornamento della normativa spagnola sulla sanità degli animali. Sarebbe "incoerente" ha aggiunto "proteggere i loro diritti, ma non l'accesso a servizi  per proteggere la loro salute".

Quattro parlamentari di schieramenti diversi hanno presentato proposte emendative analoghe. I sostenitori della defiscalizzazione evidenziano le ripercussioni favorevoli per il benessere degli animali e per l'Erario. Le entrate fiscali non diminuirebbero. Al contrario, sostengono, "entrerebbe almeno 5 milioni di euro in più" grazie alla ripresa della domanda di prestazioni veterinarie. Infatti, l'aumento dell'IVA introdotto nel 2012, ha comportato "un minor numero di visite, determinando un minor controllo delle zoonosi, e un aumento degli abbandoni".

Il voto finale è previsto per la prossima settimana. (fonte)