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DIRETTIVA 2010/63

Sperimentazione animale: in anteprima il testo del decreto

Sperimentazione animale: in anteprima il testo del decreto
Il testo del provvedimento viene anticipato dal Sole24 Ore Sanità secondo il quale la comunità scientifica è già pronta al ricorso alla Corte UE.
Il 28 febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il Dlgs di recepimento della Direttiva 2010/63/Ue sulle sperimentazioni animali. Il testo del provvedimento viene anticipato dal Sole24 Ore Sanità, che parla di governo con un cuore animalista.

E sempre secondo il quotidiano economico, la comunità scientifica promuoverà "senza dubbio" la procedura di infrazione, non appena il testo sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale, presentando un ricorso alla Corte di Giustizia europea.

Interpellato dal SoleSanità Roberto Caminiti, chair del Committee on Animals in Research (Care) della Federation of the European Neuroscience Societies (Fens), commenta: «Rispetto alla direttiva, tesa ad armonizzare le legislazioni nazionali nel continente - sottolinea  la legge italiana si caratterizza per una molteplicità di divieti, molti dei quali previsti dall'articolo 5, che vieta l'uso degli animali per ricerche su sostanze d'abuso, quindi sulle tossicodipendenze; su xenotrapianti, quindi parliamo di trapianti d'organo, valvole cardiache, ricerche di oncologia sperimentale; sulla formazione di giovani che non facciano parte di curricula in Medicina o Veterinaria, con la conseguente penalizzazione della sorgente principale di ricercatori nelle discipline biomediche, costituita da laureati in Scienze biologiche, naturali, Farmacia, Biotecnologie, Psicologia sperimentale».

La moratoria sui divieti. Per le ricerche su xenotrapianti e sostanze d'abuso, il Dlgs prevede una moratoria fino al primo gennaio 2017, condizionata a un monitoraggio che gli istituti zooprofilattici di Lombardia ed Emilia Romagna dovranno effettuare entro il 30 giugno 2016 «sulla effettiva disponibilità di metodi alternativi». Dunque un divieto basato su un punto interrogativo.
Tra l'altro, si legge nel parere della commissione Ue del Senato questo lasso di tempo «si ritiene necessario per portare a termine le procedure già autorizzate con la normativa vigente, ma soprattutto al fine di verificare la possibile incompatibilità del divieto con la normativa europea e la conseguente possibile apertura di una procedura di infrazione».

«Il decreto legislativo - conclude Caminiti - viola in maniera palese l'articolo 2 della direttiva europea, che non consente ai paesi membri di applicare legislazioni più restrittive, viola il principio delle 3R (replacement, reduction e refinement, ndr.), poiché aumenterà in numero degli animali necessari per la ricerca, peggiorandone al contempo il benessere. Colpisce al cuore la ricerca biomedica italiana in settori di eccellenza, limita la ricerca di base, da sempre sorgente principale di scoperte utilizzate dalla medicina per la cura delle malattie, priva il nostro paese di uno strumento fondamentale per combattere quadri patologici nuovi e in continua evoluzione». La prossima mossa tocca quindi ai ricercatori e ai giudici di Lussemburgo.

pdfIL_TESTO_DEL_DGLVO_DI_RECEPIMENTO.pdf16.04 MB