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UE: DAL 2006 ANTIBIOTICI VIETATI

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Totale divieto entro tre anni di utilizzare antibiotici nei mangimi per animali. Il Consiglio dell’Agricoltura europeo risponde con questo provvedimento all’allarme del Comitato Scientifico Europeo per l’aumento di rischi per i consumatori come conseguenza alla loro resistenza agli antibiotici. Il Consiglio ha deciso ieri che 24 principi attivi ( fra cui monensin sodico, salinomicina sodica, avilamicin e flavofosfolipol non previsti nel precedente elenco) non potranno essere utilizzati negli allevamenti europei. La carne proveniente da Paesi terzi sarà sottoposta a controlli. I Ministri dell’Agricoltura dei Paesi UE hanno anche varato alcune misure contro l’utilizzo di ormoni, in particolare dell’estradiolo 17 beta del quale sarà limitato anche l’utilizzo terapeutico. In previsione i Ministri hanno anche pensato ad un nuovo sistema di controllo degli alimenti: verranno tutti accompagnati da una sorta di carta d’identità che permetterà di risalire alle aziende che hanno contribuito all’allevamento e alla produzione degli alimenti. La messa al bando degli antibiotici entrerà in vigore dal 1 gennaio del 2006. Prima di questa decisione il divieto di utilizzo degli antibiotici ai fini di ingrasso non era totale. Negli ultimi anni l'Ue ha avviato 17 studi sull'uso di sostanze ormonali e i risultati non sono ancora tutti disponibili. Secondo alcuni esperti il provvedimento, basandosi su prove scientifiche e sul principio di precauzione, potrebbe essere una buona base per rilanciare la procedura all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) e mettere fine alle sanzioni Usa che colpiscono la maggioranza dei paesi europei, in particolare l'Italia. Il conflitto e' nato dalla decisione dell'Europa - contestata invece da Usa e Canada - di vietare la carne bovina proveniente da animali a cui sono state somministrate sotanze ormonali: ne e' scaturita una guerra ad oltranza, e la decisione di Washington di applicare pesanti sanzioni sulle esportazioni europee. Il conto per i Quindici e' particolarmente salato: circa 120 milioni di euro di superdazi sulle loro esportazioni verso il mercato americano. Le sanzioni sono avallate dall'Organizzazione per il commercio mondiale, che fino ad oggi ha considerato il divieto dell'Ue come un ostacolo all'export. L'ultima parola e' ora al Parlamento europeo (ma non sono attese difficolta') e con il varo definitivo del provvedimento spettera' all'Ue decidere se esistono le condizioni per rilanciare la procedura alla Wto, nel tentativo di mettere fine alle sanzioni. (ANSA).