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Truffa e falso ideologico, rinvio a giudizio per 17 veterinari

Truffa e falso ideologico, rinvio a giudizio per 17 veterinari
Truffa e falso ideologico in atti pubblici. Queste le accuse per le quali, a vario titolo, sono stati rinviati a giudizio 17 veterinari e impiegati dell’Asp di Vibo.
Sono imputati nell’ambito dell’operazione "Zuzù", condotta dai carabinieri della Stazione di Vibo Valentia. Il processo (gli imputati sono tutti a piede libero) si aprirà il 15 gennaio prossimo dinanzi al Tribunale collegiale. La richiesta di rinvio a giudizio risaliva al maggio del 2013.

Alcuni veterinari sono accusati di aver falsificato i fogli di marcia dei chilometri effettuati con le auto dell’Azienda sanitaria provinciale, altri di aver invece falsamente attestato diversi controlli in alcune stalle. Controlli che dalle verifiche dei carabinieri non sarebbero emersi. In diversi casi, inoltre gli allevatori non avrebbero posseduto, da oltre un anno, nessun capo di bestiame.
Nei confronti di un veterinario imputato l’accusa parla di “corresponsione da parte dell’Asp di benefici economici a fronte di prestazioni in realtà non effettuate”. Il cartellino di entrata o uscita del veterinario , secondo i carabinieri sarebbe stato timbrato in 18 giorni diversi dall’impiegata pure lei rinviata a giudizio. Sul medesimo veterinario pende l'accusa di aver partecipato fra il maggio 2010 ed il febbraio 2011 per 67 volte ai lavori delle Commissioni consiliari quale capogruppo – all’epoca dei fatti - del Pdl nel Consiglio comunale di Vibo Valentia , in giorni ed orari in cui sarebbe risultato contemporaneamente in servizio - secondo i carabinieri che hanno anche eseguito pedinamenti - quale veterinario dell’Asp.

I veterinari godono di autonomia e flessibilità nell’orario di lavoro, ma gli inquirenti ritengono di poter ugualmente dimostrare come in molte occasioni qualcuno avrebbe timbrato il cartellino di entrata ed uscita dall’ufficio al posto dei diretti interessati che si sarebbero così illegittimamente assentati dal posto di lavoro. Le presunte condotte illegali, ad avviso della Procura, sarebbero continuate anche dopo i primi arresti nel 2011.

In relazione ai controlli sul parco-macchine dell’Asp, gli inquirenti avrebbero poi accertato la sparizione di numerosi fogli di marcia delle autovetture in uso ai veterinari, i quali avrebbero chiesto il rimborso sostenendo di aver “viaggiato” sulle proprie automobili. Per la Procura ignoti avrebbero occultato, disperso o distrutto atti pubblici. Mancherebbero infatti molti dei fogli di marcia ricompresi fra gennaio e giugno 2011 e comprendenti quindi anche il periodo in cui gli uffici veterinari dell’Asp erano già attenzionati dai militari dell’Arma.

L’Asp si è costituita parte civile. (fonte: il vibonese.it)