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MANCUSO: INTIMIDAZIONI FALLIMENTO DELLO STATO

MANCUSO: INTIMIDAZIONI FALLIMENTO DELLO STATO
"Un medico veterinario esposto nel difficile compito del controllo della filiera alimentare o dei canili lager è una punta avanzata dello Stato. Se, a causa di intimidazioni o impedimenti malavitosi, non riesce a compiere il proprio dovere, è prima di tutto un fallimento dello Stato".

L'Onorevole veterinario Gianni Mancuso è intervenuto, nella giornata del 12 maggio, al convegno "Efficienza dei servizi veterinari in territori a legalità limitata", organizzata da SIVEMP (Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica).

"Plaudo- ha dichiarato Mancuso - alla lodevole iniziativa del SIVEMP, che ha dimostrato di sapersi occupare, oltre che di argomenti contrattuali ed economici dei veterinari, anche di fenomeni a forte impatto sociale. Il dramma che stanno attraversando i medici veterinari delle regioni meridionali, soprattutto i colleghi calabresi e siciliani, è dolorosamente impressionante e mi colpisce sia in quanto parlamentare sia in quanto medico veterinario. Atti di violenza fisica, verbale e psicologica, danni alle cose e alle abitazioni: la malavita organizzata in ogni modo tenta di impedire il normale svolgimento dei controlli sanitari delle filiere alimentari.


Essendo per natura solito a chiedermi "Cosa posso fare io?", anziché attendere un intervento deus ex machina, nei mesi scorsi ho immediatamente presentato sulla tematica un'interrogazione parlamentare. Inoltre, già in data 15 ottobre 2008, avevo presentato, insieme al collega parlamentare e veterinario On. Viola, e altri cofirmatari, la proposta di legge "Conferimento della qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria ai dirigenti veterinari del Servizio Sanitario Nazionale", per meglio definire l'effettivo ruolo di Ufficiale di Polizia Giudiziaria, che secondo me dovrebbe ricoprire sempre e comunque il veterinario pubblico a 360°.


Il lavoro di questi colleghi rimane, nonostante la sua massima importanza, poco noto. Nel momento in cui viene sventato un illecito relativo alla filiera, sono di solito unicamente i NAS a salire alla ribalta, mentre rimane in ombra il lavoro veterinario. E'necessario- continua l'Onorevole- imparare a comunicare sempre meglio e a far sentire la nostra voce.


Il nostro Paese ha da tempo fatto una scelta di campo, facendo rientrare i Servizi Veterinari nel comparto della Sanità, in quanto organizzazione la cui missione a livello nazionale (Ministero della Salute), regionale (Regione) e locale (ASL) è la salute pubblica. Numerose sono le pressioni continue per spostare il servizio veterinario al comparto delle Politiche Agricole, ma la proposta appare senza senso compiuto. Occorre una vera e propria rivoluzione culturale. Leggi e personale ci sono, ciò che manca è una maggiore presenza dello Stato. Un medico veterinario esposto nel difficile compito del controllo della filiera alimentare o dei canili lager è una punta avanzata dello Stato. Se ,a causa di intimidazioni o impedimenti malavitosi, non riesce a compiere il proprio dovere, è prima di tutto un fallimento dello Stato, oltre che una frustrazione per il veterinario e per la nostra professione."