DOPO IL CONSIGLIO DI STATO

Bari, TAR accoglie ricorso di studentessa veterinaria all'estero

Università
Bari, TAR accoglie ricorso di studentessa veterinaria all'estero
Il Tar di Bari ha accolto il ricorso di una studentessa, iscritta al secondo anno della facoltà di veterinaria in un altro ateneo europeo.

Ii caso è destinato a costituire un precedente perché l'ordinanza del Tar di Bari, emessa sulla base di una pronuncia del Consiglio di Stato, di fatto, dà la possibilità agli studenti che si sono iscritti alle università straniere perché non hanno superato i test di ammissione di tornare a studiare nella propria città.

I giudici della seconda sezione hanno infatti accolto il ricorso di una studentessa, iscritta al secondo anno della facoltà di veterinaria in un altro ateneo europeo che chiedeva di poter continuare il suo percorso di studi a Bari. Dall'università del capoluogo pugliese non era arrivato il via libera. Da qui la decisione di chiedere l'intervento del Tar che, accogliendo le tesi degli avvocati  ha di fatto imposto all'ateneo di Bari di valutare la domanda dell'aspirante veterinaria, tenendo però sempre presente "del numero dei posti disponibili per il trasferimento, così come fissato dall'ateneo stesso per ogni anno accademico in sede di programmazione, in relazione a ciascun anno di corso ".

L'ordinanza del Tar è stata pronunciata sulla base di un principio, affermato dal Consiglio di Stato al quale la Corte Europea, dopo essere stata chiamata in causa dall'università di Messina, aveva chiesto di fornire il proprio parere. I giudici romani, riuniti in adunanza plenaria, hanno stabilito come "il previo superamento dei test di accesso in Italia possa essere richiesto per il solo accesso al primo anno di corso e non anche per il caso di anni di corso successivi al primo". Come dire: l'esistenza di test di ammissione per l'accesso ai corsi di laurea non può valere quando gli studenti chiedono il trasferimento in anni successivi al primo. La pronuncia del Consiglio di Stato, richiamata dai giudici del Tar di Bari, pone comunque un argine al fenomeno di iscrizioni in atenei stranieri solo per il primo anno per poi tornare al secondo in Italia perché di fatto obbliga le università "a valutare il "periodo" di formazione svolto all'estero" oltre che il numero dei posti disponibili.

L'ordinanza del Tribunale amministrativo aprirà la strada ad altri ricorsi. La pronuncia del Consiglio di Stato ha infatti spinto il Tar a cambiare il proprio orientamento.

A settembre i giudici avevano infatti respinto il ricorso di 37 aspiranti medici e odontoiatri, trasferitisi all'estero, in Romania prevalentemente, dopo essere stati bocciati in Italia ai test di selezione alla facoltà di Medicina. Dopo aver superato le prove di ammissione considerate molto più semplici (è necessario soltanto un test sulla conoscenza della lingua) ed essersi iscritti al secondo anno avevano presentato una istanza di trasferimento all'università di Bari. Istanza respinta. Nel frattempo infatti il consiglio di facoltà di Medicina dell'ateneo del capoluogo pugliese ha approvato un regolamento che subordina "il trasferimento di studenti provenienti da università comunitarie al superamento della prova concorsuale prevista dal nostro ordinamento per l'accesso ai corsi di laurea magistrale dell'area sanitaria". Come dire: prima di poter iscriversi al secondo anno, i 37 ragazzi devono superare come gli altri studenti i test di ammissione. Tesi condivisa dal Tar che aveva respinto il loro ricorso. Ricorso, ora, destinato ad essere rivisto e accolto. (fonte)