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CORSI A NUMERO PROGRAMMATO

Riforma dell'accesso: il Parlamento chiede voce in capitolo

Riforma dell'accesso: il Parlamento chiede voce in capitolo
L'abolizione del test d'ingresso per ora è rinviata, almeno di un anno. Dopo mesi di indiscrezioni e di attese, il Ministro riferisce in Parlamento.

Nella «prima decade di settembre» ci saranno ancora i contestati quiz, anche se modificati e «più coerenti e mirati al percorso di studi» e con gli atenei che potranno dare una mano a preparare gli aspiranti medici ai test. L'atteso annuncio è del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, durante la sua audizione nelle commissioni riunite Cultura e Affari sociali della Camera.

Resta il test e resta il numero programmato- Tornano i test a settembre, ma saranno «più mirati»- I test d'ingresso  torneranno a svolgersi a settembre, presumibilmente nella prima decade. Tramonta, quindi, l'esperimento fatto lo scorso anno ad aprile così come torna nei cassetti, almeno per ora, il progetto lanciato dallo stesso ministro Giannini di abolizione dei test che avrebbe aperto a tutti l'iscrizione con uno sbarramento forte però dopo il primo anno (il cosiddetto modello francese). I prossimi test di settembre saranno «anticipati da una preparazione più mirata alle prove che gli atenei si sono detti disponibili a organizzare», ha chiarito il ministro. Che ha ribadito il mantenimento dell'accesso programmato: «Toglierlo significherebbe - ha spiegato - tornare indietro di decenni e non assicurare una formazione di qualità».

Orientamento per ridurre gli esuberi- La Giannini ha anche annunciato un intervento per ridimensionare a un livello "fisiologico" l'«enorme domanda» per le facoltà di Medicina: «Attiveremo da quest'anno prime forme di orientamento per gli studenti delle superiori anche attraverso test autovalutativi che sondino inclinazioni e attitudini». Resta poi il discorso in prospettiva: «Se con un valido orientamento riusciremo a ridimensionare la domanda di iscrizioni a Medicina - chiarisce la Giannini - ci sono strumenti di valutazione che, personalmente, ritengo più efficaci come, ad esempio, il modello francese» che è un sistema «eticamente più accettabile».

Borse di studio per le specializzazioni- Il Ministro ha anche annunciato l'intenzione del Governo di aumentare le borse di studio per le specializzazioni mediche la cui durata sarà tra l'altro ridotta in media di un anno. Le borse, ha specificato la titolare del dicastero di Viale Trastevere, «saranno incrementate in modo diretto con uno sforzo economico del Miur e indiretto con un'intesa con il ministero della Salute, nel quadro del Patto per la Salute». «In questo secondo caso ha concluso il ministro - saranno finanziate dalle Regioni».

Per l'On Raffaele Calabrò della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati " l'unica buona e certa notizia che si può trarre dall'audizione del Ministro dell'Università, Stefania Giannini, sul sistema di accesso alla facoltà di medicina è che per il prossimo anno resta il numero programmato, tutto il resto è ancora vago".  «Per quanto mi riguarda- dichiara al Sole 24 Ore-  resta il no al sistema francese, il sì a borse di specializzazioni finanziate con fondi regionali, ma certo non con il fondo sanitario regionale e il decisivo sì a un ruolo decisivo del Parlamento nella riforma dei test di accesso».