DIVERGENZE MIUR-CRUI

Accesso a Veterinaria: Rettori contrari all'abolizione del test

Università
Accesso a Veterinaria: Rettori contrari all'abolizione del test
Sentenza TAR fa pendere la bilancia sul modello francese. Ma i Rettori lo bocciano: le università non riusciranno ad accogliere tutti gli aspiranti studenti.
Il Ministro dell'Università Stefania Giannini aveva anticipato alla CRUI "l'avvio di una nuova fase per i test di accesso alle discipline medico-sanitarie". L'annuncio, fatto a giugno alla Conferenza dei Rettori delle Università Italiana, parlava di "forme e modalità diverse da quelle attuali" per quanto riguarda l'accesso ai corsi di laurea a numero programmato, dei quali non veniva tuttavia messo in discussione il numero chiuso. Dopo il suo intervento al Meeting di Rimini, la scorsa settimana, il Ministro - che aveva già espresso la volonta di "valutare insieme alla CRUI" la riforma dell'accesso  - ha suscitato un vivace dibattito nel mondo universitario, che vede Rettori e Studenti contrari all'adozione del modello francese.

Le strutture universitarie non sopportano il modello francese
- Il Ministro Giannini starebbe lavorando per avere un accesso completamente libero a primo anno. Ma secondo i Rettori le attuali strutture universitarie non sarebbero nelle condizioni di ospitare 100mila aspiranti dottori, biologi, dentisti, veterinari e farmacisti. Per gli studenti non si otterrebbe altro che far perdere un anno ai giovani.

Quiz unico per i corsi a numero programmato in sanità?- I Rettori hanno subito fatto sapere che  le università non hanno la capacità di accogliere al primo anno tutti gli aspiranti. Una situazione che suggerisce l'ipotesi di accorpamento: la prossima selezione potrebbe essere basata su un quiz di ammissione al pacchetto di facoltà sanitarie e scientifiche che gravitano attorno a Medicina - Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Professioni sanitarie, Farmacia, Biotecnologie e Biologia (con un numero di posti disponibili di gran lunga superiori). Superato il test, che dovrebbe consentire l'accesso a un partecipante su due, si cominciano a studiare quelle materie comuni a tutte le facoltà.

Selezione e smistamento sulla base di esami
- E a fine semestre/anno si procede con la selezione vera e propria sulla base di esami molto severi come avviene in Francia. Coloro che avranno studiato al meglio e si collocheranno entro i posti disponibili per medicina e le altre facoltà indicate come prima scelta potranno continuare a studiare in quella facoltà. Tutto gli altri saranno riorientati e indirizzati verso le altre facoltà del gruppo: biologia, farmacia, ecc. Un po' quello che avviene già spontaneamente.

Il test attuale non seleziona i migliori- Sul test di ammissione, il Ministro ha dichiarato "ritengo che non sia il migliore strumento possibile per scegliere i migliori studenti", rivendicando la scelta di abolire il test. "E' utile sapere chi e' Chomsky - si e' chiesta durante un dibattito a Bologna alla Festa nazionale dell'Unita' - per studiare Medicina? Non credo che siano questi i punti per valutare chi vuole fare il medico nella vita". Il ministro ha poi spiegato di non aver mai messo in discussione "il principio sacrosanto di programmare il numero dei medici in base ai bisogni della societa'. Quello che metto in discussione - ha concluso - e' il metodo. Ci sono altre modalita' possibili come il modello francese".

Sulle intenzioni del Ministro pesa inoltre la sentenza del Tar Lazio che ha riammesso quattromila studenti ricorrenti contro il numero chiuso, dei quali  almeno duemila  si immatricoleranno in sovrannumero. I casi più eclatanti riguardano il corso di laurea in medicina e le facoltà di Bari e Napoli. «È un pasticcio» ha commentato Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza dei corsi di laurea delle professioni sanitarie.