SENTENZA

Test a Messina, Consiglio di Stato: riammettere gli studenti

Università
Test a Messina, Consiglio di Stato: riammettere gli studenti
Fino al 2010, secondo il Consiglio di Stato, il concorso è stato gestito in maniera da determinare la radicale invalidità della graduatoria finale.
Studenti riammessi e ateneo di Messina condannato a risarcire 20 mila euro a candidato. L'ha deciso il Consiglio di Stato con una sentenza il cui principio potrebbe essere applicabile ai ricorsi di altri cinquemila studenti che, negli ultimi anni, si sono appellati alla giustizia amministrativa contro la loro esclusione.

I commissari, per stesso ordine del Ministero, sapevano a chi era abbinato il singolo codice segreto e l'anonimato non era affatto garantito. «Avendo la vicenda - scrivono i giudici - evidenziato  l'inadeguata e insufficiente organizzazione della prova di  accesso programmato al corso di medicina, organizzazione  evidentemente non rispettosa delle regole dell'imparzialità e  del buon andamento dell'azione amministrativa, regole che, se  rispettate dall'Ateneo, avrebbero creato le condizioni di  migliori prestazioni da parte delle ricorrenti secondo un  parametro di comune esperienza, questo Collegio ritiene che  sussista il nesso di causalità tra il comportamento tenuto  dall'Università e l'evento in termini di qualità della prova  sostenuta dalle odierne appellanti».  

L'Amministrazione, ricorda il Consiglio di Stato, "è tenuta a comportarsi correttamente e imparzialmente nell'attuazione di un concorso per essere fedele agli obblighi e agli adempimenti contratti e assunti con l'indizione del concorso medesimo. Il venir meno a tali impegni la espone ad una forma di responsabilità per inadempimento con conseguente risarcimento del danno prodotto, anche indirettamente, nei riguardi di chi abbia subito la lesione".

Agli studenti spetta dunque non solo l'ammissione al corso di laurea ma anche il risarcimento del danno, quantificato in diecimila euro che dovranno essere pagati dall'università di Messina a favore di ciascun studente. Il Consiglio di Stato ha anche condannato l'Ateneo a pagare ulteriori diecimila euro per spese legali.