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Cibo etnico: ecco le abitudini dei consumatori italiani

Cibo etnico: ecco le abitudini dei consumatori italiani
Il consumatore di cibo etnico in Italia è soprattutto donna, lavoratrice, sopra i 35 anni, con figli, residente al nord, con un livello di istruzione medio-alto.

Sono infatti le donne (52,5%) ad amare l’etnico più degli uomini (47,5%). Lo rivela uno studio realizzato dall'Osservatorio dell'IZS delle Venezie, di cui viene resa pubblica la prima parte. Lo studio è stato realizzato nell’ambito del progetto di ricercaRistorazione etnica e sicurezza alimentare: problematiche microbiologiche, reazioni avverse, frodi e percezione del rischio da parte del consumatore finale” finanziato dal Ministero della Salute. Tra qualche mese l’Osservatorio pubblicherà i dati relativi alla seconda parte dell’indagine, sulla percezione del rischio da parte dei consumatori e i requisiti igienico-sanitari nel settore della ristorazione etnica.

Conoscere queste dinamiche è importante non solo per fotografare un fenomeno sociale ma soprattutto per collocare il tema della sicurezza alimentare in una cornice sociologica. L’indagine infatti è parte di una ricerca più ampia che ha l’obiettivo di conoscere la percezione del rischio da parte dei consumatori e di verificare i requisiti igienico-sanitari nel settore della ristorazione etnica.
I dati, raccolti da un campione di 1.317 intervistati, mostrano che il consumo di cibo etnico è piuttosto diffuso. L’etnico piace e la tendenza è in crescita, e gli italiani preferiscono soprattutto la cucina araba, cinese e giapponese.

Perché si mangia etnico-  Con un costo relativamente contenuto, il piatto etnico è anche un valido diversivo “anti-crisi” alla portata di tutti, considerando che più della metà del campione arriva a fine mese con qualche difficoltà (51,4%). Le motivazioni per cui si mangia etnico sono infatti diverse: sicuramente per mangiare qualcosa di diverso (51,4%), ma anche per ragioni culturali (31,1%) ed economiche (7,4%).
Come si viene invece a contatto con la cucina etnica? Principalmente tramite famigliari e amici (50,4%) o da viaggi in paesi stranieri (24,5%).
In conclusione, la fotografia mostra che l’accettazione e la diffusione di nuove abitudini alimentari fra la popolazione italiana dipende da una crescente disponibilità di ristoranti e negozi etnici.
Esistono tuttavia altri fattori – che richiedono opportuni approfondimenti – che possono influenzare le scelte alimentari, come gli scambi turistici con paesi stranieri, le richieste di consumatori sempre più esigenti in fatto di varietà degli alimenti, l’atteggiamento esplorativo e ludico nei confronti del cibo, in particolare per alcune fasce di popolazione come i più giovani.

La frequenza con cui si mangia etnico -  L’84,7% degli intervistati ha dichiarato di aver mangiato cibo etnico almeno una volta, contro il 15,3% che non lo ha mai provato.  L’etnico piace e la tendenza è in crescita. Il 57,5% ha aumentato il consumo negli ultimi cinque anni, mentre per il 31,7% è rimasto lo stesso e per il 10,8% è diminuito. Circa uno su tre mangia etnico qualche volta al mese (29,5%), la maggior parte qualche volta all’anno (45,1%).
Dove e cosa si mangia- L’etnico non si mangia solo fuori casa, una delle ultime tendenze è di prepararlo direttamente fra le mura domestiche. Il 75% dichiara di acquistare prodotti alimentari etnici, e lo fa soprattutto in supermercati della grande distribuzione (48,3%) o in piccoli negozi alimentari gestiti da stranieri (17,2%).
Quali prodotti si comprano di più? Quelli della cucina cinese o giapponese (38,8%), seguiti dalla messicana/latino-americana (25,7%), araba/mediorientale (14,2%), del sud-est asiatico (10,6%) e infine africana (5,4%). A casa si cucinano soprattutto cous cous, riso cantonese e sushi.

L’imprenditoria straniera della ristorazione conta in Italia quasi 50.000 ristoranti etnici (dati Fondazione Leone Moressa, 2012) e il numero sembra destinato a crescere.