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PROTOCOLLO SPERIMENTALE

Suini cotti dalla Sardegna, per Expo valutabile una eccezione

Suini cotti dalla Sardegna, per Expo valutabile una eccezione
Il Ministero della Salute ribadisce le critiche al Governo sardo, ma annuncia una bozza di protocollo sperimentale per la spedizione a Expo 2015.
Il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo è tornato a spiegare in Parlamento  le ragioni del diniego di commercializzazione del suino sardo al di fuori dell'Isola. Tuttavia, rispondendo in Commissione Affari Sociali ad una nuova interrogazione sull'argomento, De Filippo ha concluso con una svolta possibilista, annunciando una bozza di protocollo sperimentale per a spedizione " canalizzata e ad esclusiva utilizzazione dei prodotti suini cotti provenienti da aziende della Regione, in ambito "EXPO Milano 2015".Ciò a riprova che il Ministero della salute "tiene nella massima considerazione le richieste pervenute dalle Autorità della Regione Sardegna", verso le quali tuttavia mantiene un giudizio severo.

Allevamento illegale- Se è vero che ogni eventuale deroga deve tener conto dei dati epidemiologici e delle azioni intraprese dal Governo della Sardegna, è anche vero che " le attività di eradicazione straordinarie della Peste suina africana, approvate a livello comunitario con decisione del 30 gennaio 2015, e trasposte in un provvedimento regionale nel mese di febbraio 2015, di fatto, non sembrano essere né particolarmente efficienti né applicate rapidamente, con precipuo riferimento alla lotta al suino allevato illegalmente, misura che rappresenta il pilastro per fondare le basi di una efficace e proficua azione di contrasto alla malattia in questione".

Quali controlli sulla procedura di termizzazione? - La termizzazione è un trattamento che consente di garantire carni sicure, introdotto il 1 agosto 2013, sulla base di un "Protocollo operativo" predisposto dall'Assessorato alla sanità della Regione Sardegna, attuato dalle aziende suine e dagli stabilimenti di macellazione e trasformazione per la produzione di carni e prodotti a base di carne suina sottoposti a trattamento termico. il Protocollo è un documento tecnico,che prevede anche la programmazione di controlli, da parte dei Servizi veterinari delle ASL, sugli allevamenti, mattatoi e stabilimenti di trasformazione aderenti alla cosiddetta "filiera dei prodotti cotti". Ma- segnala il Sottosegretario De Filippo - "di tali attività ispettive regionali il Ministero non ha contezza".

La normativa comunitaria e la regionalizzazione- In materia di Peste suina africana la direttiva 2002/60/CE e la decisione di esecuzione 2014/709/UE prevedono l'adozione di misure cautelative e di salvaguardia, finalizzate a prevenire la diffusione della malattia su tutto il territorio europeo. In conseguenza dei focolai di Peste suina africana confermati in altri Stati membri, oltre alla Regione Sardegna (Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia), nel 2014 è stato differenziato sulla base del livello di rischio. Le diverse parti dell'allegato I alla decisione n. 2014/709/UE sono state suddivise tenendo conto della situazione epidemiologica relativa alla malattia. La Sardegna è stata inserita nella parte IV dell'allegato, stando a significare l'endemicità della malattia su tutto il territorio regionale, e non solo in parte di esso, nonché la presenza di contatti tra la popolazione suina domestica allevata e quella selvatica, cinghiali e suini ferali (allevati allo stato brado).

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Interrogazione 3-01792, senatore Lai, sulla tutela della sanità animale in Sardegna in vista di EXPO 2015.

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