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POSSESSO RESPONSABILE

Ordinanze "affama randagi": carenza amministrativa e culturale

Ordinanze "affama randagi": carenza amministrativa e culturale
L'iniziativa del Sindaco di un piccolo comune del territorio aquilano "è l'indicatore di una diffusa, cattiva gestione del randagismo".

Lo sostiene il Presidente di ANMVI Abruzzo, Marco Della Torre, che parte dal singolo caso per evidenziare "l'importanza di impostare una gestione delle popolazioni animali, gatti e cani compresi, che non arrivi all'adozione di provvedimenti estremi, già bocciati dalla giurisprudenza".
Ricordando che le norme regionali e nazionali affrontano il randagismo in chiave di prevenzione, Della Torre incoraggia "la pianificazione di interventi che riportino sotto controllo la proliferazione indesiderata di animali destinati ad alimentare insieme al randagismo anche la conflittualità sociale".
Anche per evitare "inutili dispendi di risorse amministrative ed economiche, le amministrazioni comunali dovrebbero agire di prevenzione e stimolare la cultura del possesso responsabile in tutta la cittadinanza, non solo di quella proprietaria. Fino ad ora- conclude Della Torre- questo lavoro- e non solo in Abruzzo-  lo stanno facendo di loro iniziativa i Medici Veterinari, ma dovrebbe essere concertato e organizzato a livello amministrativo".

Si crei una colonia felina- La soluzione sta nella creazione delle così dette “colonie feline” gestite dal “gattaro” ha fatto notare al Sindaco il Presidente dell'Ordine dei Veterinari, Filippo Fuorto. "L’identificazione di queste – come dispone la legge regionale – viene effettuata dai Comuni, d’intesa con il servizio veterinario della ASL competente, autorizzandone la gestione a privati cittadini o Associazioni protezionistiche che ne facciano richiesta”. Ai gattari è fatto obbligo a rispettare le norme per l’igiene del suolo pubblico evitando la dispersione di alimenti e provvedendo costantemente alla pulizia della zona dove i gatti sono alimentati.
Fuorto ha anche richiamato l’attenzione del sindaco sull'opportunità di ricorrere alla legge regionale che disciplina la tutela delle condizioni di vita degli animali da affezione, promuove la protezione degli stessi, l’educazione al loro rispetto, gli interventi per la prevenzione ed il controllo del randagismo anche nei confronti dei gatti in libertà”, con la finalità “di realizzare sul territorio regionale un corretto rapporto uomo-animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”.

Cosa prevede l'ordinanza-  Intanto, il Sindaco di Cocullo (AQ)- risponde passando alle vie legali, insultato via web dopo l'emanazione dell'ordinanza che ha imposto “il divieto di somministrare alimenti di qualsiasi genere ai gatti randagi" in alcune vie del centro storico e limitrofe. La misura dovuta a "seri problemi di carattere igienico sanitario” risponde alle proteste dei cittadini per la presenza di residui e deiezioni, malgrado l’intensificazione delle pulizie. E poi, ciotole e lettiere  sono "antiestetiche e anacronistiche soprattutto per il centro storico”.Le multe per chi contravviene possono andare dai 25 ai 250 euro.

La difesa del Sindaco- Il provvedimento ha spiegato il Primo Cittadino, è stato fatto "in accordo con le persone che principalmente nutrono abitualmente gli animali"; inoltre non si tratterebbe di un divieto assoluto, in quanto gli stessi gatti possono essere alimentati nelle zone non previste dall'ordinanza.
Il borgo è "di piccole dimensioni e immerso nel verde. Se non si vive un luogo e non se ne conoscono le criticità è difficile dare giudizi obiettivi, ogni situazione ha le sue peculiarità e necessita di soluzioni specifiche al caso”.

Non è la prima ordinanza comunale "affama randagi" nè l'ultima. Per restare in terra d'Abruzzo, nel 2013 fu il Comune de L'Aquila a vietare l'alimentazione dei cani di quartiere. Anche allora, i Medici Veterinari del territorio rilanciarono proposte per cambiare il paradigma gestionale, facendo leva sulla prevenzione della riproduzione incontrollata e sull'educazione al possesso responsabile. Ed è di ieri la notizia che il Comune di Marcianise ( Caserta) ha vietato la somministrazione di cibo ai randagi.