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SUMMIT A CAGLIARI

Psa, la Cenerentola-Sardegna ospita i 'GARA global expert'

Psa, la Cenerentola-Sardegna ospita i 'GARA global expert'
E' in corso a Cagliari il quarto workshop mondiale sulla Peste Suina Africana. Laddomada: cosa resta da fare per non essere più considerati "Cenerentola".

Alla 44° edizione del Gara (Global African Swine Fever Research Alliance) partecipano i maggiori studiosi internazionali, provenienti da 31 Paesi, con l'obiettivo di fare il punto
su una malattia che ora minaccia gli allevamenti dell'Europa dell'Est e la cui diffusione e' strettamente collegata al pascolo brado e al contatto dei suini domestici coi cinghiali.
Secondo uno dei massimi esperti della materia, lo spagnolo Jose' Manuel Sanchez Vizcaino "La Sardegna non e' mai stata cosi' vicina a vincere la battaglia contro la peste suina africana".

La Sardegna di fronte al summit- Negli ultimi otto mesi che la lotta al virus, finanziata dalla Regione con 4 milioni di euro quattro anni (ne e' stato speso finora meno di uno), ha registrato un'incredibile accelerazione: -90% negli allevamenti domestici. Il risultato si deve anche agli abbattimenti di suini allo stato brado illegale - 2.200 dal 2016, di cui circa 1.700 negli ultimi quattro mesi (il 95% sieropositivi) - disposti in otto Comuni della Sardegna centrale dall'Unita' di progetto guidata dal direttore generale della presidenza della Regione, Alessandro De Martini. Ha contribuito anche il caldo straordinario del 2017 che ha ostacolato la diffusione della malattia.

A inizio dicembre 2017 si stimava che fra Nuorese e Ogliastra circolassero fra i 3 mila e i 5 mila capi bradi. Nella sola Orgosolo fra dicembre 2017 e marzo 2018 sono stati abbattuti 907 animali. Molti proprietari di suini allevati illegalmente negli otto comuni interessati dagli abbattimenti hanno macellato clandestinamente i loro animali vendendoli sul mercato abusivo. Il numero dei capi allo stato brado - stima la Regione - dovrebbe essersi ridotto a 300-1.000 capi.

"Per anni siamo stati considerati, anche a ragione, come una Cenerentola", ricorda Alberto Laddomada, direttore generale dell'Istituzo zooprofilattico sperimentale della Sardegna, "come qualcuno che aveva qualcosa da farsi perdonare e cioe' una situazione di illegalita' palese e diffusa dovuta al pascolo brado dei suini".
"L'incognita restano i cinghiali", spiega Laddomada. "Se si controlla bene la malattia negli allevamenti suini domestici, piano piano la malattia se ne va. Non sappiamo
ancora quando. Non abbiamo ancora sconfitto il pascolo brado. Difficile dire quanto tempo ci vorra'. Uno o due anni di silenzio epidemiologico della malattia nei cinghiali lasciano prevedere che la malattia poi se ne vada. Quando la positivita' del virus nei cinghiali scendera' all'1%, probabilmente potremo dire di avercela fatta".

Per il momento, non verra' rivista l'ampiezza della cosiddetta zona infetta: restera' di circa 10 mila chilometri quadrati su un totale di 24 mila di estensione dell'intera isola. In quest'area sono disposte particolari prescrizioni, anche per i cacciatori, 6 mila dei quali sono stati istruiti, in speciali corsi tenuti in tutta la Sardegna dall'agenzia regionale Laore, a seguire buone pratiche: fra queste, non eviscerare i cinghiali (potenzialmente infetti) appena abbattuti e lasciare i visceri in campagna, dove potrebbero essere mangiati da altri animali, anche da suini allo stato brado, col rischio di alimentare la diffusione della malattia.