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PROCURA DI PESCARA

Chihuahua 'contraffatti', veterinario accusato di falso e maltrattamento

Chihuahua 'contraffatti', veterinario accusato di falso e maltrattamento
Gli allevatori, in concorso con un veterinario, sottoponevano cani chihuahua "pedigree", all''espianto dei microchip, inoculandoli in esemplari diversi.

Si sono concluse le indagini della Procura di Pescara su un allevamento di Chihuahua sottoposto a sequestro preventivo a Montesilvano. Tre le persone denunciate: i due titolari dell'allevamento e un medico veterinario accusati, a vario titolo, di contraffazione di documenti, falso materiale e maltrattamento animale. Sotto sequestro 30 cani, di cui 3 maschi, 12 fattrici di diverse eta' e 15 cuccioli da un giorno a due mesi di eta'. Tranne due femmine, una con cuccioli di un giorno e l'altra prossima al parto, gli animali sono stati poi trasportati al canile rifugio di un comune limitrofo per il successivo affidamento volontario agli eventuali futuri richiedenti.

Dagli accertamenti documentali e dalle intercettazioni e' emerso che i titolari dell'allevamento- contraffacevano in concorso tra loro i certificati di iscrizione all'Anagrafe Canina presso la Asl di Pescara di 22 cani, dichiarandone falsamente le date di nascita- ai fini del rilascio dell'apposita "denuncia di iscrizione" al Libro Genealogico dell'ENCI.
Gli indagati avrebbero anche somministrato alle fattrici ormoni progestinici per favorire l'accoppiamento e incrementare la riproduzione, e 'corretto' meccanicamente, durante le fasi di sviluppo dei cani, le mandibole di alcuni esemplari, per migliorarne il pregio estetico diminuendone il prognatismo, in vista della partecipazione ad esposizioni canine.

Le testimonianze- Secondo la testimonianza resa da un collaboratore dell'allevamento, "si effettuavano espianti e reimpianti di microchip, si dichiaravano cucciolate provviste di pedigree dove ne erano sprovvisti, o dichiaravano cucciolate di cani titolari ove non lo erano per alzare il prezzo di vendita, gli espianti a cui ho assistito sono stati diversi, all’ordine del giorno, effettuati diverse volte in mia presenza».
Una proprietaria, dopo insistenze degli allevatori per presunte problematiche inerenti il microchip, ha dichiarato: «mi decisi a portare il cane presso l’ambulatorio indicatomi. Dopo qualche ora mi riconsegnavano il cane visibilmente assonnato, traballante ed indebolito come se avesse subito un’operazione post anestesia". E dopo aver raccomandato il silenzio sull'accaduto, il veterinario"mi consegnò un foglio contenente un numero di microchip, precisandomi che era quello il vero codice del cane. Dopo qualche giorno mia madre si accorse che il cane presentava dei punti di sutura nei pressi del collo sotto l’orecchio destro. Il cane non aveva il pelo rasato nei pressi dei punti di sutura, come di consuetudine durante l’operazione, pertanto l’intervento mi era stato totalmente nascosto».

Utilizzato il timbro di una veterinaria minacciata- Coinvolta nelle indagini anche una veterinaria vittima di intimidazioni da parte dell'allevamento e che per questo ha presentato denuncia per l’utilizzo di documenti ufficiali falsificati con il suo timbro e senza il suo consenso. Agli inquirenti che le hanno mostrato i documenti sequestrati nell’allevamento ha fatto notare che " la firma è sempre uguale e sicuramente fotocopiata". Inoltre l’allevatore pretendeva interventi chirurgici senza l’utilizzo di un’anestesia adeguata per ridurre al minimo le percentuali di perdita dei cuccioli delle fattrici gravide, pratica, questa, sempre rifiutata dalla donna.
La veterinaria, a causa delle continue vessazioni ha raccontato di essere stata costretta a ricorrere a cure psicologiche.

(fonte: ilpescara.it/primadanoi.it)