SORVEGLIANZA IN ATTO

Blue Tongue in Sicilia, l'IZS tranquillizza gli allevatori

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Blue Tongue in Sicilia, l'IZS tranquillizza gli allevatori
L'IZS della Sicilia tranquillizza le aziende zootecniche: situazione sotto controllo, la fiera bovina si farà.
Il commissario straordinario dell’Istituto, Salvatore Seminara: “La posizione geografica dell’Italia al centro del bacino del Mediterraneo offre senz’altro condizioni climatiche tali da consentire la moltiplicazione e lo sviluppo dei vettori. In Sicilia, i campioni che sono risultati positivi a marzo non devono far preoccupare – spiega. Se la situazione rimane così verrà confermata la fiera nazionale dei bovini che si terrà il 29 aprile a Modica, un importante appuntamento in cui verranno esposte le migliori razze di bovini in circolazione”.

Risalgono ad appena un mese fa gli ultimi casi di Bluetongue in Sicilia. Il virus è stato segnalato nelle province di Catania, Enna, Messina e Siracusa. La malattia può compromettere la vendita degli animali, provocandone il blocco delle movimentazioni e creando un serio impatto socio-economico per gli allevatori. Nessun allarme, però, per gli allevatori siciliani, anche se l’attenzione deve essere mantenuta sempre alta – spiega Annalisa Guercio, direttore dell’area Diagnostica virologica dell’Istituto -. La situazione è sotto controllo, grazie a un efficace sistema di sorveglianza messo in atto dal ministero della Salute fin dal 2001”.

In Sicilia, negli ultimi 15 anni c’è stato un andamento altalenante della malattia. Dal 2004 al 2015 sono stati esaminati più di 226 mila campioni di siero prelevati dai bovini sentinella (animali non vaccinati che vengono controllati mensilmente per verificare l’eventuale circolazione virale), di cui quasi tremila sono risultati positivi. I casi più recenti, con la presenza dei sierotipi 1 e 4, si sono verificati a marzo di quest’anno nelle province di Catania, Enna, Messina e Siracusa. Cifre che non devono fare allarmare gli allevatori, perché non ci sono notizie di animali morti, ma che dimostrano come il virus continui a circolare. I sintomi più frequenti sono febbre, scolo nasale e zoppìa, mentre le lesioni caratteristiche sono ulcere buccali e naso-labiali. La mortalità tra le pecore può essere elevata specie nelle aree precedentemente indenni dal virus.

“Il ruolo dell’Istituto Zooprofilattico nella prevenzione della malattia è fondamentale, perché, attraverso il nostro laboratorio, analizziamo i campioni provenienti da tutti gli allevamenti siciliani, che poi inviamo al centro di referenza nazionale – spiega Giuseppa Purpari, responsabile del laboratorio di analisi -. Anche la Sicilia è stata divisa in celle e grazie a questo metodo siamo in grado di rilevare, nel periodo compreso tra due controlli successivi, la diffusione del virus, riuscendo a raggiungere il 95 per cento di probabilità di scoprire la presenza di animali infetti”.(fonte)