• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30861
REPLICA DI ANMVI FVG

Mancate adozioni: colpa delle "antipatie" dei veterinari

Mancate adozioni: colpa delle "antipatie" dei veterinari
Sospetto di adozioni ostacolate e randagi non collocati nel canile. Il Presidente di ANMVI Friuli interviene nella polemica sul canile Villotta di Chions (PN).
E' stata Raffaella Garlato, medico veterinario e consigliere di maggioranza del Comune di Roveredo, a voler verificare il destino dei randagi di Villotta.  Il sospetto è che le adozioni siano ostacolate. I cani,  prelevati dalla strada per essere collocati nel canile convenzionato di Villotta, non sarebbero infatti tutti presenti all'appello. "Il Comune- spiega la veterinaria al Gazzettino di Pordenone- vuole che i cani ritrovati e recapitati al canile di Villlotta vengano adottati. Invece non è così o perlomeno non è sempre così. Ho voluto verificare di persona e la situazione non mi è piaciuta".

Dal sopralluogo, risulterebbero delle falle nel sistema delle adozioni, ma anche improprie collocazioni degli animali: alcuni cani infatti non si trovano nella struttura, ma "a casa dei proprietari del canile". "Ciò significa una sola cosa- ha dichiarato la Garlato- che non sono in adozione come noi invece vorremmo".  Effettivamente, la convenzione prevede che in caso di esuberi al canile, gli animali siano portati in altre sedi, "ma non è dimostrabile che  il canile sia pieno- afferma Garlato- e in ogni caso la struttura dimostra un atteggiamento che cerca di dissuadere i richiedenti dall'azione". Per questo motivo ora il Comune- che sostiene la spesa di 5 euro al giorno per ogni cane ospitato al canile- potrebbe rivedere la convenzione. "E' una nostra spesa e il controllo era necessario- conferma la consigliera senza escludere che l'amministrazione vagli altre possibilità.

L'interessamento della consigliera comunale ha suscitato la prevedibile reazione dei gestori del canile secondo i quali la consigliera "è incappata in grossolani errrori", dato che il canile- è il dato 2014 fornito dalla responsabile Aurora Bozzer, "si attesta su una percentuale d'uscita corrispondente al 92%". I cani non collocati sarebbero da ricondurre "ad uno zoccolo duro di cani difficili da affidare per svariati motivi: taglia (le persone adottano principalmente cani di piccoli di taglia e di età), esteticamente non attraenti, dal carattere difficile, anziani o malati". Per la Bozzer tutto è da ricondurre "a motivazioni sia di ordine protagonistico, che di antipatia da parte di alcuni veterinari del territorio, categoria alla quale appartiene la Garlato. Un'antipatia- aggiunge la Bozzer al Gazzettino- dovuta ai prezzi più bassi del nostro ambulatorio".

Sulla querelle è intervenuto Stefano Candotti, Presidente di ANMVI Friuli Venezia Giulia, che ha scritto al giornale: "Mi sorprende che una questione così importante e delicata venga banalizzata a mera "invidia" o a litigio da bottega, creando un problema fittizio per spostare l'attenzione dal vero tema"- replica Candotti, che aggiunge: "Vedo svilire i termini reali del problema, rischiando l'autopromozione, presso il suddetto Rifugio, di prestazioni e servizi professionali medico veterinari che dovrebbero avere invece una definitiva connotazione, basata su altri parametri, di qualità, di stretta osservanza di tandard procedurali, deontologici , igienico-sanitari e di sicurezza del lavoro, che non consentono di ridurre la prestazione clinica veterinaria ad un mero mercato da discount in mano a chiunque, senza mettere a rischio l'incolumità dei pazienti animali. I temi "costi all'utenza", accennati giustamente dalla Sig.ra Bozzer, sono da anni affrontati dalle Associazioni medico veterinarie e dalla stessa Federazione Nazionale degli Ordini in modo concreto, con i Governi Nazionali che si susseguono, lavorando sulla detraibilità delle spese all'utenza, sulla riduzione della % IVA su prestazioni e farmaci, ma evitando operazioni di demagogia da scontistica, che sarebbero sostenibili solamente a rischio di ridimensionare gravemente la sicurezza della salute dei pazienti, la qualità delle prestazioni erogate e degli ambienti nei quali vengano erogate tali prestazioni. La medicina veterinaria della nostra provincia, da anni, lungi dall'impegnar battaglie fantasiose, collabora continuamente con le amministrazioni comunali disponibili e le Associazioni di Volontariato del territorio, in modo reale e concreto, affrontando i veri problemi di corretta informazione, salute, campagne di sterilizzazione nel rispetto di standard professionali, educazione di proprietari ed animali di casa, con risultati tangibili, ma senza clamori o inutili grancasse mediatiche e senza guerre tra chi si occupa di salute animale e chi di randagismo: questa la realtà dei fatti".

"Non si tratta, dunque, di cogliere l'occasione di questo tema per promuovere "offerte a meno prezzo", sviando dalla fondamentale questione della gestione delle ri-adozioni presso nuove famiglie dei soggetti presenti nel rifugio: famiglie autenticamente desiderose di un nuovo affetto nelle proprie case- prosegue Candotti-  Si tratta invece di valutare pragmaticamente le difficoltà della questione, lasciando da parte
operazioni poco credibili di "concorrenza" al mondo professionale "medico veterinario" e ancor meno probabili "complotti o antipatie" nei confrontio di chicchessia. Antipatie e accanimenti che, presso la nostra professione , non godono di alcun particolare interesse", conclude il Presidente di ANMVI Friuli.