• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30856
RIORGANIZZAZIONE

Sanità toscana, Rossi: necessario tagliare il numero delle ASL

Sanità toscana, Rossi: necessario tagliare il numero delle ASL
Il Governatore della Toscana risponde ai sindacati dei medici e dei veterinari sulla "necessità di una Riforma strutturale che taglia il numero delle ASL".
La riforma del sistema sanitario regionale della Toscana non piace all'intersindacale regionale che ha definito la proposta di legge regionale "un colpo di scena inatteso per il mondo della sanità". Il 14 febbraio scorso, agli Stati Generali dei Sindacati Medici, Veterinari e Sanitari della Toscana, circa 200 tra medici, veterinari e dirigenti sanitari dipendenti del SSR insieme ai quadri dirigenti di tutte le sigle sindacali di categoria, si sono riuniti a Firenze per discutere la proposta di riforma del Sistema Sanitario Regionale. La riforma, dicono i sindacati, " nasconde la volontà di procedere ad un taglio netto del personale dipendente del SSR. Le ultime notizie riportano la cifra di circa 1500 esuberi".

Alle critiche di ANAO Assomed ha replicato il Presidente della Regione Enrico Rossi. "In Toscana, considerati i nuovi Lea, il taglio che si prospetta alla Sanità per il 2015 non potrà essere inferiore a 250/350 milioni"- afferma Rossi. "Di qui la necessità di una Riforma strutturale che taglia il numero delle ASL, i doppioni dei primariati, le strutture organizzative ridondanti, le eccedenze e gli sprechi ovunque si annidino. Sarà dura ma è l'unico modo per salvare la Sanità Pubblica e mantenere in Toscana quel livello di qualità che, lo dicono i dati e le rilevazioni nazionali, ci collocano tra i primi posti in Italia. Dunque- conferma il Governatore-  si dovrà ridurre il personale del comparto ma anche i tanti, a volte troppi e ingiustificati, primariati ospedalieri a favore di un'organizzazione più snella e più efficiente".

Rossi conclude "chiamando tutti ad un duro sforzo per salvare il Servizio Sanitario Pubblico Toscano ma ce n'è anche per i dipendenti del Servizio Sanitario e per l'Università". Ma "il duro sforzo deve essere equamente distribuito" assicura. Se è vero che la ricchezza del Paese è andata indietro di 8/9 punti dal 2008 in poi, per Rossi  "è altresì vero che, se vogliamo mantenere i servizi, non ci sono alternative alla riorganizzazione e ristrutturazione, se non l'aumento delle tasse che nessuno vuole sia perché già troppo alte sia perché avrebbe un effetto recessivo". (fonte)