EMERGENZA BLU TONGUE

I pastori non vogliono vaccinare, la Asl assume 34 veterinari

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I pastori non vogliono vaccinare, la Asl assume 34 veterinari
Lingua blu, la Asl assume 34 veterinari per l'emergenza. Gli allevatori rifiutano di vaccinare gli animali: pecore gravide, rinvio in vista al 2015.
I pastori lussurgesi ribadiscono il proprio no al decreto regionale che impone l'obbligo di effettuare la profilassi contro la blue tongue. Per fronteggiare l'emergenza relativa alla vaccinazione di tutto il patrimonio ovino oristanese, il servizio veterinario della Asl di Oristano, diretto da Antonio Montisci, ha arruolato per due mesi 34 veterinari. «Se gli allevatori avessero iniziato a vaccinare all'inizio di settembre – dichiara Montisci a La Nuova Sardegna– adesso il problema sarebbe risolto».Secondo i pastori, "in quel periodo le pecore erano già gravide, sottoporle a vaccinazione avrebbe significato stressarle, con conseguenze imprevedibili».

La querelle tra pastori e Asl nasce dalla tempistica relativa alla disponibilità dei vaccini (fine luglio), secondo i pastori arrivate troppo in ritardo. «La Regione – precisa Montisci – ha operato bene, programmando l'acquisto dei vaccini alla fine dello scorso anno". I tempi si sarebbero allungati perchè- riferisce sempre Montisci- sarebbero stati necessari sei mesi di tempo per la fornitura di un milioni di dosi per la sola provincia di Oristano, ma "da parte nostra - ribadisce- c'è stata la massima disponibilità per risolvere il problema, lo stesso comportamento ci attendiamo dagli allevatori».

A Sedilo, dove è stato localizzato un focolaio che ha causato la morte di un ariete, sono un'ottantina, ai quali si aggiungono quelli del ghilarzese e altri di Paulilatino, tutti concordi nell'affermare che, senza garanzie, adesso che le pecore stanno iniziando a figliare, non intendono correre rischi. Il sindaco Emilio Chessa, nella riunione dell'altro giorno in Comune, alla presenza di Montisci e del veterinario territoriale Barbarangelo Licheri, è stato molto chiaro: «Le perplessità dei pastori sono legittime. È quindi doveroso da parte delle autorità competenti ascoltare quanto hanno da dire». La paura dei pastori è sempre la stessa: che il vaccino possa creare effetti collaterali gravi alle loro bestie e che questo determini un danno economico. «Chiediamo soltanto che le istituzioni, anziché reprimere le nostre rimostranze con imposizioni ingiuste – dicono i pastori –, capiscano le nostre posizioni e ci sostengano. A questo punto, procrastinare le vaccinazioni a febbraio o marzo del prossimo anno, secondo noi, è la cosa migliore da fare. Una decisione in tal senso metterebbe tutti d'accordo». (fonte)

Foto: La Nuova Sardegna