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DIRIGENZA SSN

Intersindacale: no alla riduzione delle Asl in Toscana

Intersindacale: no alla riduzione delle Asl in Toscana
No a 3 superaziende convenzionate con le Università: "Si rischia di accentrare la gestione della sanità nelle mani della componente universitaria".

Questa la presa di posizione dell'Intersindacale della dirigenza medico-veterinaria e sanitaria in merito alla proposta di riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Maggiormente garantista sarebbe, per l'Intersindacale medica e sanitaria, la creazione di 6 grandi aziende, di cui tre ospedaliere-universitarie e 3 sanitarie-territoriali. 

Già nel 2003, ricostruisce l’Intersindacale, l’istituzione dei Dipartimenti interaziendali d’Area Vasta a carattere gestionale fu bocciata in maniera netta “proprio perché avrebbe permesso ad un direttore universitario, dipendente del Miur che lavora in convenzione con il Ssr, la gestione di un Dipartimento e quindi il governo di tutte le attività professionali non solo dell’Azienda Universitaria, ma anche delle altre Asl afferenti a quell’area vasta”. Di fatto, secondo l’Intersindacale, tutta l’attività assistenziale che rappresenta la mission principale del Ssr “verrebbe appaltata ad un soggetto esterno al sistema, la cui mission è essenzialmente quella della ricerca e della didattica. Ciò che è uscito dalla porta più di 10 anni fa lo si fa rientrare, con estrema pervicacia, dalla finestra in questi giorni”.

Al contrario, l'Intersindacale propone, invece, la creazione di 6 grandi aziende, delle quali 3 ospedaliere universitarie e 3 sanitarie territoriali. Questa opzione sarebbe "maggiormente garantista, tutelando l'autonomia delle Aziende Sanitarie nei confronti delle sedi universitarie, assicurando un equilibrato ancoraggio territoriale delle strutture ed evitando il rischio di far gestire uno dei migliori sistemi sanitari a livello internazionale ad uno dei peggiori sistemi universitari, almeno considerando le più aggiornate classifiche internazionali".

Sulla riduzione o azzeramento dei primariati come "unica possibile soluzione dei mali" , si osserva che la figura del primario, "non può essere vista solo come un'evoluzione nello sviluppo di carriera professionale e gestionale dei dirigenti medici, ma rappresenta un elemento di coesione e di governo se si vuole perseguire un equilibrato sviluppo professionale delle équipe, nonché una figura importante nel generare e mantenere un clima di lavoro sereno e non conflittuale, governato da operatori motivati".  (fonte)

Il testo dell'Intersindacale medica e sanitaria della Toscana.