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Blu Tongue, Unità di crisi dopo il focolaio di luglio

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Blu Tongue, Unità di crisi dopo il focolaio di luglio
Costituite le Unità di crisi e adottate le procedure del piano nazionale di emergenza. Il primo focolaio confermato in una stalla di bovini abruzzesi. Da allora la malattia ha raggiunto altre Regioni.

Le Istituzioni regionali sono tutte congiuntamente impegnate per fronteggiare l'emergenza sanitaria legata alla presenza di focolai di bluetongue in Abruzzo, sin dalla conferma del primo focolaio, avvenuta il 30 luglio scorso. La Regione, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise e le Unità Sanitarie Locali stanno mettendo in atto tutte le misure necessarie per il contenimento della malattia. L'infezione interessa anche i bovini, che in genere non si ammalano ma possono fungere da fonte di infezione per i culicoidi e quindi diffondere la malattia. Il primo focolaio confermato in Abruzzo si è verificato in una stalla di bovini nel comune di Tagliacozzo. Da allora la malattia si è diffusa interessando le province di L'Aquila, Teramo e Pescara. Ad oggi, sono ufficialmente confermati 32 focolai di bluetongue nella Regione.

Il ceppo virale responsabile dell'infezione è il sierotipo 1 del virus della bluetongue, che è stato rilevato per la prima volta nel 2012 nella parte meridionale della Sardegna, invadendo nel 2013 la Sicilia e le aree costiere del Lazio e della Toscana. Nel 2014 l'infezione ha raggiunto le Marche, l'Umbria, l'Abruzzo, il Molise, la Calabria, la Basilicata e la Campania.

Per il controllo delle emergenze epidemiche, l'Italia dispone di un sistema di gestione che prevede procedure rigorose che disciplinano il comportamento che tutti gli attori coinvolti devono osservare per ridurre al minimo la diffusione del virus e per favorire il controllo e l'eradicazione della malattia.

Dopo la prima conferma di focolaio, la Regione Abruzzo ha immediatamente convocato il Comitato Regionale di Zooprofilassi, il CRZ. Il Comitato ha il compito di adottare e verificare il rispetto delle misure di contenimento e controllo che vanno dall'adozione dei provvedimenti necessari a estinguere i focolai a quelli finalizzati a limitare la diffusione della malattia, come la definizione delle zone di protezione e di sorveglianza, la verifica dello stato sanitario degli allevamenti, il blocco della movimentazione degli animali, la pianificazione e l'esecuzione di campagne vaccinali. La vaccinazione, in particolare, resta a tutt'oggi l'unico strumento per proteggere gli animali dall'infezione, limitare la diffusione del virus e permettere la movimentazione degli animali dalle aree infette. (fonte: IZS di Teramo)