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GROSSETO

Randagi, un albo di veterinari specializzati nella cattura

Randagi, un albo di veterinari specializzati nella cattura
La Provincia di Grosseto approva il Piano provinciale per la riduzione del randagismo, elaborato nell'ambito del progetto Life-Ibriwolf
Il progetto (video) che prevede una serie di azioni sperimentali per contrastare la perdita di identità genetica del lupo, riducendo i fenomeni di ibridazione e tutelando, di conseguenza gli allevamenti. Il Piano, votato a maggioranza dal Consiglio provinciale, "è un modello operativo che proponiamo ai Comuni - spiega l'assessore provinciale all'agricoltura (foto) Enzo Rossi - e a tutti i soggetti coinvolti nella lotta al randagismo. Un documento di pianificazione integrata, frutto di una concertazione durata un anno, in cui si è riusciti a fare una sintesi tra le diverse posizioni, indicando azioni di rimozione, prevenzione e monitoraggio. Il passo successivo sarà quello di favorire l'adozione formale del Piano da parte dei Comuni e di tutti i gruppi di interesse e la costituzione di un tavolo tecnico, che darà avvio alle azioni, monitorandone l'efficacia e adeguando le misure alle esigenze che verranno evidenziate sul campo".

Il crescente numero di randagi può creare problemi di salute pubblica, in quanto i cani lasciati liberi di vagare sono potenziali vettori di malattie. Il randagismo pone, inoltre, problemi di sicurezza, e problemi socio-economici per i danni agli allevamenti e i costi elevati legati al controllo, alla cattura e al mantenimento nei canili. I cani vaganti interferiscono nella competizione alimentare e territoriale con altri carnivori soggetti a programmi di conservazione e comportano la perdita di identità genetica del lupo.

Il Piano provinciale per la riduzione del randagismo indica il quadro normativo di riferimento, l'entità del fenomeno in Italia, Toscana, e in provincia di Grosseto, le azioni per contrastarlo.

Tra le azioni di prevenzione il piano prevede il monitoraggio sanitario dei cani di proprietà; la verifica dei microchip e dei tatuaggi che attestano l'iscrizione all'anagrafe canina; campagne di sterilizzazione nei territori rurali; la formazione di un albo di veterinari specializzati nella cattura di randagi; misure per incentivare l'adozione di cani abbandonati con prestazioni sanitarie gratuite; sensibilizzazione nelle scuole contro l'abbandono e sulle regole da rispettare quando si è proprietari di un cane; censimento dei cani da guardiania e conduzione; coordinamento e gestione degli avvistamenti e dei dati genetici. Per ridurre il fenomeno sono previste delle campagne di cattura e il trasferimento nei canili.

"Se una persona entra in un canile, difficilmente ne uscirà senza portarsi via un cane - commenta Enzo Rossi, assessore provinciale all'agricoltura - uno dei nostri obiettivi è proprio quello di sensibilizzare i cittadini, da un lato per ridurre i casi di abbandono, dall'altro per favorire le adozioni, in modo da svuotare i canili, far stare meglio questi animali, ed alleviare il peso sulle casse dei Comuni. Solo con l'assunzione, da parte di tutti, di comportamenti corretti sarà possibile ridurre il fenomeno del randagismo, tutelando gli allevamenti e contribuendo alla difesa del patrimonio genetico del lupo. Se tutti i Comuni e i gruppi di interesse mettono in pratica le misure del piano si prevede entro 5 anni un risparmio tra i 700mila e un 1milione e 200 mila euro circa, al netto degli investimenti previsti da tutte le misure".

Il costo medio di mantenimento sostenuto annualmente da ogni Comune per ogni cane è stato infatti stimato nell'anno 2012 da un minimo di 669 euro ad un massimo di 2.609 euro. Al 31 agosto 2013, il numero complessivo dei cani presenti in canile per ogni Comune della provincia di Grosseto era pari a 824 individui. Adottando tutte le misure proposte nel Piano si potrebbe ottenere un risparmio compreso tra 700mila euro e un milione e 200mila euro. Su scala nazionale il risparmio sarebbe di oltre 100 milioni di euro. Ciò è particolarmente importante in un momento in cui il finanziamento per gli interventi in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo (in attuazione della LN 281/1991) è stato ridotto del 93%: dai 4 milioni di euro stanziati nel 2010, la dotazione finanziaria annuale contenuta nello stato di previsione del ministero della Salute per il triennio 2013-2015 si è ridotta a 332mila euro nel 2013, 330mila euro nel 2014 e 325mila euro nel 2015. Proprio a tale riguardo, una recente risoluzione della XIII Commissione Agricoltura della Camera, ha chiesto al governo di implementare il fondo con urgenza. (fonte)