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POTENZA

Macellazione abusiva, prosciolti i quattro veterinari Asp

Macellazione abusiva, prosciolti i quattro veterinari Asp
Dall'indagine del GUP è emerso che furono proprio i veterinari pubblici a chiedere di far luce sui fatti, in collaborazione con il NAS.

L'11 Dicembre 2013 si è tenuta presso il Tribunale di Potenza l'udienza preliminare relativa ad un indagine che vedeva 3 allevatori di Picerno (tutti della stessa famiglia) e 4 veterinari della ASP indagati per presunte irregolarità riguardanti macellazioni di suini.

Il Giudice per l'Udienza Preliminare (GUP), al termine dell'udienza ha rinviato a giudizio gli allevatori, responsabili di numerose false attestazioni relative alla movimentazioni di suini, e prosciolto i 4 veterinari della ASP; dalle argomentazioni a difesa è risultato che l'indagine è stata avviata proprio dal Servizio Veterinario pubblico, che ha ritenuto di volersi avvalere della collaborazione dei carabinieri del Nas al fine di completare l'indagine stessa, per la parte che esulava dal proprio ambito di competenza.

In particolare, veniva richiesto al Nas di fare luce su movimentazioni sospette di suini, che avrebbero potuto alimentare, secondo la tesi dei sanitari, un'attività di macellazione clandestina che sfuggiva ad ogni controllo sanitario. Tale impostazione di svolgimento di indagine avanzata dal Servizio Veterinario dell'Az. San. ASP veniva riconosciuto dal GUP come corretta, facendo venire meno gli addebiti sollevati dai Carabinieri del Nas nei confronti dei veterinari, e da cui erano stati chiamati ad intervenire.

L'inchiesta della Procura di Potenza riguarda la macellazione abusiva di suini di provenienza illecita. Al centro dell'indagine ci sono documenti incompleti, modelli compilati in modo parziale, registri aziendali senza dati di riferimento. Alcuni animali non avevano il marchio d'identificazione (che ne attesta qualità e provenienza) ma venivano comunque destinati al macello. Altri "erano di dubbia provenienza" o avevano codici identificativi non corrispondenti. Quindi, o si eludevano i controlli o si dichiarava il falso. Gli investigatori,infatti, hanno anche accertato che in molti casi le "destinazioni d'uso" dei suini non erano corrispondenti a verità, sia quando veniva dichiarato che l'animale sarebbe stato portato al macello, sia quando, sempre stando alle dichiarazioni, veniva consumato in famiglia. (fonte)