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FALSE CERTIFICAZIONI

Bomba al veterinario, controparti a processo

Bomba al veterinario, controparti a processo
Controparti a processo per l'attentato al veterinario della Asl di Nuoro, E.V.,  minacciato per un presunto giro di false certificazioni di capi allevati in alcune aziende sarde.
Di fronte ai giudici, ricostruiti i sospetti in cui verificò i capi dell'allevamento di uno degli imputati, presentavano un numero maggiore di vitelli rispetto a quello delle fattrici. Gli allevatori si erano giustificati dicendo di averli acquistati.

A seguire le aziende era un altro veterinario della Asl, anch'egli imputato assieme agli allevatori. Secondo il pubblico ministero, insieme avrebbero messo in piedi un giro di false certificazioni sui capi animali e, una volta scoperti da E. V., gli allevatori avrebbero provveduto a minacciarlo con la bomba che esplose a capodanno del 2005.  Quattro richieste di rinvio a giudizio per l'attentato furono poi emesse nel 2009, nei confronti di due allevatori e di due veterinari.

La bomba fu collocata davanti alla casa del veterinario Asl E.V. Secondo l'accusa uno degli allevatori provocò anche l'incendio della sua auto. La sua posizione gli consentì infatti di scoprire un giro di riciclaggio di vitelli rubati e di false certificazioni che sarebbero state ottenute grazie alla complicità di persone interne alla Asl stessa. L'attività illecita, secondo gli inquirenti, andava avanti forse dal 2000, ma sarebbe venuta alla luce solo in seguito all'istituzione di una banca dati locale, che non avrebbe più consentito di rilasciare altre false certificazioni, utilizzando numeri riferibili a capi di bestiame di allevamenti anche del nord Italia.

Il veterinario minacciato ha già deposto l'anno scorso in aula. Ad insospettirlo, nel 2004, furono la denunce di troppe nascite gemellari all'interno dell'allevamento, nuovi dubbi erano insorti quando, dopo la nascita dell'anagrafe bovina, venne scoperta la presenza di capi con lo stesso numero di certificazione in allevamenti differenti da quelli che l'allevatore dichiarava in proprio possesso. E lo stesso sarebbe avvenuto per numerosi bovini che venivano indicati come capi finiti al macello. Per farlo, l'allevatore si sarebbe servito della collaborazione di un altro veterinario della Asl di Nuoro.

Il processo proseguirà il 13 luglio. (fonte: lanuovasardegna.it.)