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PRESENTATO DDL

Specie protette: tutela penale e regole per i centri di recupero

Specie protette: tutela penale e regole per i centri di recupero
Da 2 a 6 anni di carcere per chi uccide un orso bruno o un'aquila reale, oltre a una multa da 15 mila euro a 150 mila. Sono le principali misure previste da un disegno di legge sui reati contro flora e fauna presentato oggi al Senato dalle senatrici Monica Cirinná (Pd), Loredana De Petris (gruppo misto, Si), Silvana Amati (Pd), Manuela Repetti (Gruppo Misto).
In particolare, il Ddl fa riferimento alle specie presenti nell’allegato I della Direttiva Uccelli, alle le specie prioritarie elencate nell’allegato II della Direttiva Habitat e le specie elencate gli allegati A, B e C del Regolamento CITES nonché quelle di cui all'articolo 2, comma 1, lettere a), b) e c), della legge 11 febbraio 1992, n. 157.

Nuovo articolo nel Codice Penale- Il Disegno di Legge vuole dare avvio a una "necessaria, riflessione sui reati contro le specie di flora e fauna protette"- si legge nella relazione illustrativa. L'articolato introduce un nuovo articolo al titolo VI-bis, libro secondo, del Codice penale -Dei delitti contro l'ambiente-, che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 15.000 a 150.000 euro coloro che, a qualunque titolo, prelevino in natura, catturino, ricevano o acquistino, offrano in vendita o vendano uno o più esemplari di specie animali protette, nonché ne cagionino la morte o la distruzione, o ancora importino, esportino, facciano transitare o trasportino nel territorio nazionale, cedano, ricevano, utilizzino, espongano o detengano singoli esemplari di specie di flora o fauna protetta, nonché coloro che utilizzino tali specie per la produzione o il confezionamento di oggetti, prodotti derivati anche destinati all'alimentazione, pelli, pellicce, capi di abbigliamento o articoli costituiti od ottenuti, in tutto o in parte, da parti dei medesimi, o esemplari di fauna sottoposti a procedimento tassidermico e di imbalsamazione".

Regolamentare i centri di recupero- "Nel tentativo di mettere ordine in un ambito delicato che oggi presenta numerosi profili di criticità", l'articolo 3 contiene norme transitorie che propongono l'elaborazione di requisiti e criteri specifici uniformi sul territorio nazionale in materia di centri di recupero per la fauna selvatica, in attesa di un processo di regolamentazione nazionale che risulta, ancora oggi, assente.

Chiesta la calendarizzazione in Commissione Giustizia- "Oggi con questo ddl introduciamo un miglioramento fondamentale a tutela del fragile patrimonio naturale del Paese, e ci impegniamo a farlo subito calendarizzare", ha detto la Senatrice Loredana De Petris. "Chiederemo che il ddl sia incardinato in commissione Giustizia il più velocemente possibile - ha detto la senatrice Cirinnà -. Pensate che un rapace protetto catturato illegalmente in natura, come l'aquila del Bonelli, viene venduto a 20 mila euro, e l'ammenda fino ad ora era solo di 2 mila euro".

I commenti di Lipu e Legambiente- Alessandro Polinori della ong animalista Lipu ricorda che "nel bacino del Mediterraneo l'Italia è seconda solo all'Egitto per numero di uccelli catturati o uccisi illegalmente, con circa 8 milioni di esemplari". Per Antonino Morabito e Antonio Pergolizzi di Legambiente "questo ddl finalmente considera anche la flora e la fauna come appartenenti all'ecosistema, andando a completare la legge sugli ecoreati, la 68 del 2015, che puntava sui delitti di gestione illegale di rifiuti e scorie".

pdfIL_TESTO_DEL_DISEGNO_DI_LEGGE.pdf116.59 KB