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CASSAZIONE

Condanna per mancata verifica del radiologico veterinario

Condanna per mancata verifica del radiologico veterinario
Condanna per omissione delle verifiche periodiche anche se le radiazioni sono sotto la soglia. Sentenza della Cassazione Penale.
Non fare i controlli periodici -per verificare il rispetto dei limiti di esposizione previsti dalla legge (art 96 del Dlsg 230/1995)- basta a integrare il reato. E' irrilevante che di fatto non ci sia stato il superamento dei limiti di legge alle esposizioni: il pericolo c'è stato. La terza sezione penale della Cassazione si è pronunciata su un caso relativo ad un ambulatorio veterinario.

M.R. esercente la pratica radiologica in un ambulatorio veterinario non aveva: a) adottato le misure necessarie ad evitare la pubblica esposizione al rischio di radiazioni ionizzanti; b) non aveva provveduto alle verifiche periodiche. Alla condanna del Tribunale è seguito il ricorso- parzialmente accolto- in Cassazione.

Ricorso fondato -Il Tribunale, si è difeso il professionista ricorrente, non ha motivato adeguatamente la condanna circa la mancanza di misure necessarie ad evitare la pubblica esposizione, ottenendo soddisfazione dalla Corte e quindi il rinvio al Tribunale per un nuovo esame dal quale dipenderà la rideterminazione della pena. La responsabilità a suo carico non è stata ben argomentata fatto salvo un generico riferimento al fatto "che gli obblighi di protezione prescindono dalla qualità di datore di lavoro".

Ricorso infondato- Sulle mancate verifiche periodiche, invece, il ricorrente non eviterà la condanna perché non si può arrivare a sostenere che "il mancato superamento dei limiti normativi di esposizione, anche in assenza dei prescritti controlli periodici determina l'insussistenza dell'addebito". Il sopralluogo eseguito da un esperto qualificato richiedeva per quel tipo di locali controlli ogni quindici mesi, mentre il giudice ha rilevato la mancata prestazione di interventi di sorveglianza fisica dal 2005 al 2009. Quanto ai limiti non superati, la ratio della legislazione antinfortunistica ('articolo 103 del decreto legislativo 230/95) si basa sulla tutela anticipata del bene giuridico, che è costituito dalla sicurezza di tutti coloro che accedono alla struttura, operatori o pazienti che siano.