RISOLUZIONE MOI SUMMERS

Divieto di clonazione animale, dalla Direttiva al Regolamento

Europa
Divieto di clonazione animale, dalla Direttiva al Regolamento
In settimana, a Bruxelles, la Commissione ENVI discute la proposta della Commissione sulla clonazione degli animali d'allevamento.
Un progetto di risoluzione, firmato dai relatori Giulia Moi e Renate Sommer, è all'ordine del giorno del 16 aprile, con l'obiettivo di trasformare- da Direttiva in Regolamento- la proposta della Commissione Europea che disciplina i divieti di clonazione di animali delle specie bovina, suina, ovina, caprina ed equina allevati e fatti riprodurre a fini agricoli.
Secondo i relatori i divieti sarebbero meglio applicati attraverso un regolamento, piuttosto che con una Direttiva.

I relatori propongono di estendere il campo di applicazione a tutti gli animali di allevamento (e non solo agli animali individuati dalla Commissione sulla base del maggior interesse verso nuove tecniche di riproduzione).

Il testo che gli eurodeputati Moi e Sommer propongono di emendare come Regolamento -vieta temporaneamente l'uso della clonazione per la produzione di animali e in particolare:
• l'utilizzo della tecnica di clonazione per scopi di produzione alimentare;
• la commercializzazione di cloni vivi (cloni animali).
La proposta Moi-Sommers fa cadere la provvisorietà dei divieti, pur mantenendo la clausola del riesame sulla base dei progressi tecnici e scientifici.
Inoltre, dato che la tecnica della clonazione è consentita in taluni paesi terzi, per Moi e Sommer è necessario vietare anche l'importazione e l'immissione sul mercato della progenie di cloni animali e del materiale germinale e degli alimenti provenienti da cloni animali e dalla loro progenie.

Per applicare i divieti, la Commissione dovrà adottare specifiche condizioni di importazione ai sensi del regolamento (CE) n. 882/2004 "Controlli ufficiali" prima che la legislazione proposta inizi ad essere applicata. I relatori ritengono che in tale contesto la tracciabilità obbligatoria sia un requisito fondamentale: l'applicazione del divieto verrebbe pregiudicata se fosse impossibile rintracciare i cloni animali, la loro progenie e i prodotti corrispondenti.

La materia attende di essere disciplinata dal 2008, quando  la Commissione aveva presentato una prima proposta incardinata nella legislazione sui novel food. Non se ne fece niente e nel 2011 la Commissione fu invitata a presentare una nuova proposta, tenuto conto del parere di EFSA - che nel frattempoconcludeva che, malgrado l'aumento delle conoscenze scientifiche disponibili sulla clonazione, l'efficienza di quest'ultima rimane comunque scarsa rispetto ad altre tecniche riproduttive.
L'Autorità europea per la sicurezza alimentare confermava che le genitrici surrogate utilizzate nella clonazione soffrono in particolare di disfunzioni della placenta che contribuiscono ad aumentare il tasso degli aborti. Questo, insieme ad altri fattori, è la ragione della scarsa efficienza della tecnica (6-15% per i bovini e 6% per i suini) e della necessità di impiantare gli embrioni clonati in diverse madri surrogate per poter ottenere un clone. Anomalie nei cloni e dimensioni insolitamente grandi dei feti provocano inoltre parti difficili e decessi alla nascita.

La clonazione di animali a fini agricoli non è attualmente praticata nell'UE. La normativa in discussione a Bruxelles non riguarda la clonazione animale a scopi di ricerca scientifica.

L'adozione del provvedimento da parte del Parlamento Europeo è calendarizzata ai primi di settembre 2015.