RACCOMANDAZIONI CESE

Traffico di specie selvatiche: includerlo nei reati, reclusione fino a 4 anni

Europa
Traffico di specie selvatiche: includerlo nei reati, reclusione fino a 4 anni
Un fenomeno in grande crescita "a causa dell'alta redditività e del basso rischio di sanzioni". Raccomandazioni alle istituzioni europee per combatterlo. Il traffico di specie selvatiche deve essere incluso tra i reati rilevanti ai fini delle misure antiriciclaggio e anticorruzione. E' la raccomandazione del CESE (Comitato economico e sociale europeo) che "auspica l'introduzione di sanzioni realmente efficaci, proporzionali e dissuasive come la reclusione non inferiore, nel massimo, a quattro anni".

Nel suo parere alle istituzioni europee (Commissione, Consiglio e Parlamento)  il CESE riconosce nella recente forte espansione del traffico illegale delle specie selvatiche "una nuova minaccia per l'Unione Europea dal punto di vista economico, ambientale, sociale e di tutela della salute pubblica e delle specie animali e vegetali autoctone". Pertanto, il Comitato sostiene l'iniziativa del Parlamento e della Commissione di elaborare una strategia olistica e coordinata per combattere tale reato con maggiore efficacia.

Coordinamento- Per il CESE la strategia deve partire dal rispetto, dal rafforzamento e dal coordinamento degli accordi internazionali (in particolare la CITES), di leggi, regolamenti, politiche e strumenti applicativi già esistenti, concretizzandosi in una maggiore integrazione tra tutti i settori interessati — protezione ambientale, controllo alle dogane, sistema giudiziario, lotta alla criminalità organizzata, ecc. — e in una più efficace attività di cooperazione tra Paesi di provenienza, di transito e di destinazione delle specie selvatiche.
Il Comitato "è convinto che un coordinamento rafforzato potrà essere efficace solo se supportato da un adeguato e omogeneo sistema di formazione e sensibilizzazione rivolto a tutte le autorità coinvolte a livello di UE e di Stati membri nella lotta al traffico illegale di specie selvatiche".

Prevenzione- "Fondamentale il ruolo svolto dalla società civile nella lotta al traffico illegale di specie selvatiche, tanto nei Paesi di provenienza che di destinazione"; per questo, il Comitato ritiene "importante il coinvolgimento attivo e consapevole dei consumatori e del settore privato, sostenendo l'introduzione di un sistema di etichettatura e tracciabilità". Altrettanto necessario "offrire alle popolazioni dei Paesi Terzi impiegate in tali traffici nuove e migliori opportunità di sviluppo e occupazione sostenibili".

Sanzioni- Il traffico di specie selvatiche - si legge nel documento- rappresenta "un fenomeno in grande crescita a causa dell'alta redditività e del basso rischio di sanzioni". Questo tipo di reato è, in termini di profitto potenziale per il crimine organizzato internazionale, "paragonabile al traffico di esseri umani, armi o stupefacenti, eppure le risorse allocate per combatterlo e la priorità assegnata al suo contrasto sono sensibilmente inferiori. Inoltre, la sua sanzione e repressione è "disomogenea anche nell'UE, il che spinge la criminalità organizzata internazionale a spostarsi nei paesi in cui le pene sono meno severe o l'azione delle autorità preposte è meno efficace".

1.7

Il CESE evidenzia quindi la necessità di includere il traffico di specie selvatiche tra i reati rilevanti ai fini delle misure antiriciclaggio e anticorruzione, e auspica l'introduzione di sanzioni realmente efficaci, proporzionali e dissuasive come la reclusione non inferiore, nel massimo, a quattro anni.