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PROGETTO NOSHAN

Food waste: trasformare i rifiuti alimentari in mangimi

Food waste: trasformare i rifiuti alimentari in mangimi
Il progetto NOSHAN trasformerà i rifiuti alimentari — in particolare frutta, verdura e latticini — in mangimi a basso costo, mantenendo al contempo basso il consumo energetico.

L'équipe — costituita da centri di ricerca, da un'università e da imprese di sei paesi dell'UE più la Turchia — ha iniziato nel 2012 a valutare il valore di diversi tipi di rifiuti, realizzando una banca dati di potenziali ingredienti dei mangimi. Al termine del progetto, previsto per il 2016, l'équipe avrà inoltre individuato le migliori tecnologie per ricavare e migliorare le sostanze utili da ogni tipo di rifiuti. NOSHAN offre inoltre al settore agricolo europeo la possibilità di conseguire una maggiore sostenibilità. Utilizzare i rifiuti organici come risorsa aiuterà il settore a ridurre il proprio impatto ambientale.

I processi elaborati dal progetto aiuteranno le aziende agroindustriali a recuperare le calorie contenute negli alimenti gettati via e l'energia impiegata per produrli, e porterà inoltre a una significativa riduzione del consumo idrico (i rifiuti alimentari sono responsabili di oltre un quarto del consumo totale mondiale di acqua dolce). Riducendo la necessità di produrre separatamente i mangimi, l'approccio del NOSHAN potrebbe attenuare la crescente concorrenza tra la produzione di alimenti e quella di mangimi, che necessitano entrambe di suolo e acqua.

NOSHAN sta inoltre studiando degli ingredienti funzionali dei mangimi derivati dai rifiuti alimentari atti a soddisfare esigenze specifiche degli animali, quali la salute e la prevenzione delle malattie. Ad esempio, i ricercatori attualmente stanno individuando fibre e peptidi (composti chimici) funzionali nei rifiuti. Questi verranno poi utilizzati per sviluppare mangimi specifici per i suini e il pollame.

La sicurezza è garantita grazie a un'intensa attività di monitoraggio, che copre ogni passaggio dai rifiuti grezzi al prodotto finale. La sicurezza, insieme alla fattibilità tecnica ed economica di ciascun processo studiato, sarà uno dei criteri in base ai quali l'équipe NOSHAN deciderà quali strategie e prodotti commercializzare.

"La bioeconomia in Europa ha un valore di 2 000 miliardi di euro e rappresenta 22 milioni di posti di lavoro, motivo per cui è il fulcro di Orizzonte 2020", ha dichiarato il commissario per la ricerca, l'innovazione e la scienza Máire Geoghegan-Quinn. "Progetti come NOSHAN mettono insieme ricercatori e imprese per rafforzare la nostra economia e migliorare la nostra qualità della vita in modo sostenibile".

L'UE sta investendo più di 4 miliardi di euro in ricerca e innovazione per una bioeconomia europea in grado di sfruttare al meglio le nostre risorse biologiche rinnovabili. L'agricoltura è una componente fondamentale per assicurare la produzione alimentare, garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e sostenere lo sviluppo nelle zone rurali. L'Unione produce il 18% delle esportazioni alimentari mondiali, per un valore di 76 miliardi di euro. Tuttavia, nell'UE e altrove, i rifiuti agricoli frenano gli agricoltori e costano denaro ai contribuenti — tra 55 e 99 euro per tonnellata.

Trasformare i rifiuti agricoli in mangimi — la soluzione privilegiata dal progetto di ricerca NOSHAN finanziato dall'UE — aprirebbe nuove opportunità agli agricoltori riducendo la dipendenza dell'Europa dalle importazioni di questi prodotti. Ciò contribuirebbe, a sua volta, a creare nuovi posti di lavoro "verdi" nei settori della raccolta e del trattamento dei rifiuti e in quello della produzione di mangimi. Il concetto sarà accolto con particolare favore nelle aree rurali, dove la crescita è meno sostenuta rispetto a quelle urbane e l'industria dei mangimi costituisce un potente motore economico.

"Nel mondo un terzo del cibo prodotto per il consumo umano va perduto o viene gettato via — in totale 1,3 miliardi di tonnellate all'anno — e la trasformazione alimentare produce una grande quantità di tali rifiuti", ha spiegato il coordinatore scientifico del NOSHAN Montse Jorba, del centro tecnologico spagnolo LEITAT. "I prodotti ortofrutticoli presentano tassi di spreco più elevati rispetto a qualsiasi altro alimento. Ciò comporta un grave sperpero di risorse, dall'acqua al suolo, all'energia, alla manodopera e al capitale". (fonte)