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PARERE MOTIVATO

Quote latte, giro di vite della Commissione UE sull'Italia

Quote latte, giro di vite della Commissione UE sull'Italia
Il Ministro Martina risponde alla ingiunzione formale della Commissione europea che chiede di recuperare presso i produttori di latte multe per 1,395 miliardi di euro.
La Commissione europea si è espressa severamente: "L'incapacità dell'Italia - afferma la Commissione Ue - ad assicurare il recupero effettivo di queste multe compromette gli sforzi europei per stabilizzare il mercato dei prodotti lattieri, provocando distorsioni di concorrenza con gli altri produttori europei ed italiani, che hanno rispettato le quote di produzione o che hanno pagato le loro multe». Quanto alle conseguenze nazionali, «queste somme - dice con forza la Commissione - dovrebbero essere versate al bilancio dell'Italia affinché i contribuenti italiani non ne escano perdenti».

Massimo impegno per evitare penalizzazioni Italia - Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - subito dopo la pubblicazione del provvedimento- ha diffuso una nota dichiarando che "continuerà nel suo impegno per assicurare il recupero dei prelievi dovuti in modo di evitare ogni forma di penalizzazione per l'Italia".

La nota stampa del Dicastero di Via XXSettembre  precisa che il ritardo nel recupero dei prelievi è stato causato essenzialmente dai numerosi ricorsi presentati dai debitori e che l'Amministrazione aveva già accelerato la definizione dei procedimenti giurisdizionali, a seguito dell'apertura del progetto pilota avviato nel 2010 e dal quale deriva il parere motivato della Commissione Ue.
Le somme non recuperate ammontano a circa 1,4 miliardi di euro, di cui 597 milioni non ancora esigibili per sospensive giurisdizionali e 795 milioni esigibili.
L'Agenzia per le erogazioni in agricoltura - AGEA - procederà al più presto a consegnare alla Guardia di Finanza le cartelle esattoriali da notificare.

Su un importo totale di 2,265 miliardi di euro, 1,395 miliardi non sono stati ancora recuperati. Dopo la notifica della messa in mora, del 20 giugno 2013, la seconda tappa della procedura d'infrazione è l'emissione di un parere motivato. Se entro due mesi l'Italia non avrà trasmesso una risposta soddisfacente, la Commissione potrà citarla alla Corte di giustizia dell'Unione europea perché sia constatata l'inadempienza.


Primo richiamo della UE all'Italia sulle quote latte