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EDITORIALE DELLA SETTIMANA

Gestione e responsabilità del nuovo veterinario

Gestione e responsabilità del nuovo veterinario
Il moderno veterinario non può più essere solo un clinico: le imprese gli chiedono di saper "gestire" la mandria e di prenderla in cura con maggiore "responsabilità".
Tre indicatori ci danno l'idea di come evolva il nostro mondo.

Recentemente l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha reso nota una ricerca che ha fatto emergere dati interessanti da cui trarre opportune considerazioni e tirare appropriate conclusioni: più responsabilità e più capacità gestionale, confermando quanto si è detto sopra. Negli ultimi 15 anni, in un esemplare modello di produzione zootecnica, quello della produzione di latte nel cremonese, l'andamento produttivo è aumentato del 24,2%, gli allevamenti sono diminuiti del 37,4% e la produzione media per gli animali è aumentata addirittura del 98,7%. La suinicoltura non è da meno, se si pensa che attualmente in pianura padana gli allevamenti suini crescono a "moduli" di 500 scrofe per volta, che a loro volta producono crescite da 20 mila suini grassi in più ogni anno.

Nello stesso tempo il progetto AQUA (Achieving good water Quality status in intensive animal production Areas - LIFE09-EN-VIT000208, progetto europeo), condotto sull'area centro padana delle 5 province più significative per l'elevata intensità zootecnica, ha come obiettivi il contenimento dell'azoto e del fosforo eliminati con feci ed urine dagli animali, la ricerca delle cause di tanta eliminazione, i suoi meccanismi di contenimento, il mantenimento della redditività aziendale e la misura del coinvolgimento dei professionisti del settore, veterinari in primis. Costoro sono chiamati a lavorare sul primo strumento individuato in questo progetto europeo: lo studio e l'applicazione di diete specifiche che riducano questo carico inquinante di azotati che sta strangolando il nostro paese e costringendo gli allevatori ed equilibrismi per mantenere un carico
di bestiame redditizio. Questo obiettivo chiama in causa il medico veterinario chiedendogli di gestire la mandria con criteri fisiologici adeguati tesi a mantenere la produttività ma riducendo il bilancio azotato.

La terza sfida è quella relativa alla "nuova" PAC che entrerà in vigore da qui al 2020. Entro il 1 Agosto 2014 il legislatore dovrà indicare intanto "dove" posizionare i finanziamenti europei: il francese Holland ha deciso che il 50% vada sulla zootecnia! Ebbene, in questo ambito uno dei pilastri fondamentali dello sviluppo rurale 2014-2020 è quello dell'organizzazione delle catene alimentari. L'affiancamento alle imprese per nuovi pagamenti a qualità (latte e carne, ad iniziare da quella suina, già in avanzata fase di pagamento "a peso morto") saranno le sfide dei servizi veterinari e dei professionisti privati per le filiere che pretendono qualità sempre più elevata e diametralmente riduzione di costi e burocrazia.

Giancarlo Belluzzi, Vicepresidente ANMVI