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I proventi della doppia tassazione vadano ai professionisti

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I proventi della doppia tassazione vadano ai professionisti
«Utilizzare i proventi della doppia tassazione sulle Casse per accompagnare i giovani e le donne alla professione e supportare la loro capacità reddituale». È la proposta lanciata dal presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, davanti alla Commissione parlamentare di controllo sulle attività di previdenza degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, nel corso dell'audizione, che si è svolta ieri a Palazzo San Macuto, sull'«Indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei Fondi pensione e Casse professionali».

«Al di là dei principi di equità sociale, l'investimento delle Casse sui giovani iscritti alle rispettive categorie professionali determinerebbe una spinta decisa allo sviluppo del settore professionale (inteso come parte rilevante dell'economia del Paese) e di conseguenza alla crescita del Pil nazionale e di tutta la comunità» ha affermato Stella, sottolineando che gli enti di previdenza privata gestiscono patrimoni stimabili in circa 70 miliardi di euro, di cui buona parte attualmente già investiti in titoli dello Stato.

Cauta la posizione della Confederazione sugli investimenti delle Casse a sostegno dell'economia del Paese. Stella ha messo in guardia contro i rischi dell'incertezza normativa, fiscale e amministrativa che accompagnano gli investimenti pubblici e in infrastrutture e che potrebbero rendere gli investimenti delle Casse ancor più rischiosi di obbligazioni e titoli strutturati, tenuto conto che si tratta di enti di diritto privato».

All'audizione di ieri erano presenti il coordinatore dell'area economica della Confederazione Italiana Libere Professioni (Confprofessioni) Luigi Carunchio, la dott.ssa Lucilla Deleo, consulente legislativo e per le relazioni istituzionali, e Francesco Monticelli, responsabile Centro Studi.

La doppia tassazione- In Italia viene tassata sia la pensione erogata, sia i rendimenti dei patrimoni accantonati dagli enti di previdenza. E' il cosiddetto modello ETT (esenzione, tassazione, tassazione) adottato solo da Italia, Danimarca e Svezia, contro il quale si è battuta l'Adepp. Per l'Associazione che riunisce le casse di previdenza l'’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea che grava gli enti di previdenza privatizzati di un "doppio balzello" . Il Presidente dell'Adepp Andrea Camporese, “tocca sia la pensione erogata sia i rendimenti dei patrimoni accantonati dagli Enti. Questo mentre nel resto dell’Europa si fanno scelte ben diverse. In Germania, ad esempio, i contributi versati sono esentasse”. La maggior parte dei Paesi europei- stante l'aumento degli anziani - è orientato al Modello EET (esenzione, esenzione, tassazione), che individua il momento della tassazione unicamente nella fase dell’erogazione della prestazione. I contributi e i rendimenti sono esenti da tassazione nella prima e nella seconda fase e vengono tassati al momento dell’erogazione della prestazione dato che essa è formata dai contributi versati dagli iscritti e dai rendimenti conseguiti dal fondo.